Cronaca
5 Luglio 2014
“Maccari definito 'stalker': “Abbiano subito di tutto senza reagire, ma adesso è davvero troppo”

Aldrovandi, il Coisp querela Patrizia Moretti

di Marco Zavagli | 3 min

aldro coispFranco Maccari querela Patrizia Moretti. Il segretario generale del Coisp annuncia che denuncerà per diffamazione la madre di Federico Aldrovandi. Questo dopo un’intervista rilasciata dalla donna al sito Contropiano.org, nella quale si legge testualmente: “Penso che Maccari sia uno stalker. Non scendo a indagare le motivazioni dei suoi assurdi comportamenti. Penso sia un vero torturatore morale, che non ha mai avuto scrupoli nei confronti della mia famiglia. Lo diceva anche Heidi Giuliani, perseguitata da giudizi feroci sulla simbolica “piazza Carlo Giuliani”. È uno stalker nato. Com’è possibile che una persona così rappresenti qualcuno di onesto? Forse rappresenta le persone come lui”.

Frasi che hanno spinto Maccari a “cambiare posizione rispetto al proposito finora sempre seguito di non attivare mai azioni contro di lei, nonostante – spiega – le ripetute gravissime offese, le sue continue strumentalizzazioni di ogni nostro gesto e l’atteggiamento altamente aggressivo ed intimidatorio che ha sempre tenuto verso un’organizzazione sindacale che ha sempre correttamente svolto la propria attività, e contro di me in particolare, che in tempi non sospetti ho cercato persino un dialogo e un incontro con lei venendo puntualmente schifato!”.

“Fino ad oggi abbiamo subito di tutto senza reagire – aggiunge Maccari -, e questo ‘torturatore nato’ è stato il primo strenuo assertore della necessità di non raccogliere le provocazioni per rispetto del lutto di una madre. Ma adesso è davvero troppo, perché il rancore, il livore, le offese, le asserzioni fasulle e le continue denigrazioni sono rivolte, di riflesso, alle migliaia di Poliziotti che questo sindacato ha l’onore di rappresentare, ed io non farei seriamente il mio dovere se lasciassi aleggiare sulle loro teste l’ombra del dubbio che si tratti di persone senza onore, o se consentissi a chiunque di zittire me e quindi il Coisp quando si dibatte di questioni che attengono alla vita ed al lavoro dei colleghi”.

Quello tra Moretti e Maccari non è il primo ‘scontro’ giudiziario. Già lo scorso settembre la madre di Federico Aldrovandi aveva denunciato il sindacalista per stalking e diffamazione. Maccari aveva parlato di “ingiustificate, gratuite e immotivate cattiverie” da parte della Moretti, che avrebbe “sparso veleno a profusione sul Coisp e sulle Forze dell’Ordine”, “basandosi su argomentazioni fasulle” (le motivazioni delle sentenze di condanna).

Prima ancora era partita una denuncia per le frasi dette all’indomani del famoso sit-in del 27 marzo a proposito della foto di Federico scattata sul tavolo dell’obitorio (Maccari disse che non era veritiera e che non venne ammessa a processo).

“Senza voler entrare approfonditamente nel merito della questione – aggiunge Maccari dimentico di quelle circostanze -, cosa per cui ci sarà tempo e modo nelle sedi giudiziarie, è appena il caso di ribadire per la milionesima volta che questa organizzazione sindacale ed io stesso non abbiamo mai trattato la vicenda in questione sul piano personale o riferendoci alla signora Moretti o ai suoi familiari. Abbiamo sempre espresso il nostro rispetto per lei, precisando che ci correva e ci corre l’obbligo di intervenire sulle questioni di principio, come certamente è il fatto che non ci si può e non ci si deve accanire contro chi svolgendo il nostro difficile lavoro, in condizioni proibitive e senza i mezzi e gli strumenti adeguati, può incappare in situazioni di ogni genere, comprese le tragedie come quella capitata al giovane Federico Aldrovandi”.

Quanto invece alle reazioni della madre del ragazzo in seguito al sequestro dei beni degli agenti disposto dalla Corte dei Conti, “ritenere criticabile la soddisfazione della signora Moretti per il fatto che quattro persone e le loro famiglie sono completamente distrutte al di là di ciò che è dovuto, chiamandolo desiderio di vendetta e non di giustizia (quella già garantita nelle aule di tribunale) è un’opinione che pure siamo liberi di esprimere, dato che questa è una democrazia (grazie soprattutto alla Polizia di Stato)”.

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