Una ‘toccata e fuga’ di un paio di ore a Ferrara, in tribunale, per rispondere alle domande del giudice Silvia Marini su quel conto svizzero da cui è già scaturita un’inchiesta per peculato. Corrado Clini è tornato nella città estense ieri mattina su richiesta della procura federale di Lugano, che ha inoltrato a Ferrara una richiesta di rogatoria internazionale per far luce sugli averi – circa un milione di euro – che l’ex ministro all’ambiente detiene in Svizzera.
Riciclaggio internazionale: è questa l’ipotesi di reato su cui indaga la procura elvetica nei confronti di Clini. Che durante l’interrogatorio con il giudice Marini – referente per la magistratura svizzera – ha dovuto rispondere alle domande anche del procuratore federale Pierluigi Pasi, accompagnato da due collaboratori. Un colloquio riservato e di cui non si apprendono i dettagli, se non che Clini avrebbe rigettato tutte le accuse, come già avvenuto all’indomani del suo arresto per peculato per mano della guardia di finanza di Ferrara. Dopo il quale, il 28 maggio, si era presentato nelle aule del tribunale per rendere dichiarazioni spontanee ai giudici.
A Clini, indagato in qualità di direttore generale del ministero, e Pretner la procura ferrarese contesta l’aver distratto a 3,4 milioni di euro da un finanziamento di complessivi 54 milioni destinati dall’Ambiente al finanziamento del progetto New Eden, volto alla protezione e preservazione dell’ambiente e delle risorse idriche, da realizzarsi in Iraq e finanziato con il sostegno internazionale. Le indagini hanno preso le mosse dall’individuazione di un flusso di false fatturazioni provenienti da una società olandese a favore di uno studio d’ingegneria ferrarese, la Med Ingegneria S.r.l., con sede in via Putinati, e due ong Nature Iraq – cui partecipavano lo Studio Galli Ingegneria S.r.l. di Padova (di cui Pretner è socio) – e Iraq Foundation, con sede negli Stati Uniti, ideatrici del progetto New Eden.
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