È partito tutto da Ferrara. Un’indagine della guardia di finanza che ha attraversato tre continenti e si è fermata davanti alla casa dell’ex ministro all’ambiente del governo Monti Corrado Clini, arrestato per peculato assieme a un professionista padovano, Augusto Calore Pretner. Per loro il gip Piera Tassoni ha disposto i domiciliari, una misura cautelare “necessaria per il pericolo di reiterazione del reato”, come spiega in conferenza stampa il procuratore capo di Ferrara Bruno Cherchi.
A Clini, indagato in qualità di direttore generale del ministero, e Pretner la procura contesta l’aver distratto a 3,4 milioni di euro da un finanziamento di complessivi 54 milioni destinati dall’Ambiente al finanziamento del progetto New Eden, volto alla protezione e preservazione dell’ambiente e delle risorse idriche, da realizzarsi in Iraq e finanziato con il sostegno internazionale. “Una attività – sottolinea Cherchi – di cui il nucleo di polizia tributaria non ha trovato alcun riscontro a livello di rendicontazione”.
Le indagini hanno preso le mosse dall’individuazione di un flusso di false fatturazioni provenienti da una società olandese a favore di uno studio d’ingegneria ferrarese, la Med Ingegneria S.r.l., con sede in via Putinati, e due ong Nature Iraq – cui partecipavano lo Studio Galli Ingegneria S.r.l. di Padova (di cui Pretner è socio) – e Iraq Foundation, con sede negli Stati Uniti, ideatrici del progetto New Eden.
Una prima fase delle indagini, che ha visto la collaborazione di Eurojust – l’organismo con sede a l’Aja -, si era conclusa lo scorso luglio con la contestazione, da parte delle fiamme gialle ferraresi di rilievi connessi all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per 1,5 milioni di euro, con l’iscrizione di cinque indagati per frode fiscale e con il sequestro di 330.000 euro.
Il successivo sviluppo dell’attività investigativa, eseguita dalla Guardia di Finanza di Ferrara agli ordini del colonnello Sergio Lancerin, ha portato a galla un vorticoso giro di denaro, che attraverso tre continenti finiva “in conti intestati a prestanome – spiega il procuratore -, direttamente riconducibili agli indagati”.
Tutto parte da un accordo bilaterale tra le due ong e il ministero, stipulato nel 2003 e della durata di cinque anni (e poi rinnovato per un altro lustro). Per “New Eden” Nature Iraq e Iraq Foundation chiedono 57 milioni. Ne arrivano 54. Tra settembre 2007 e gennaio 2011 parte di quelle somme, incassati da Nature Iraq, viene accreditata su un conto ad Amman in Giordania, per poi partire in direzione Olanda, verso la società Gbc con fatturazioni per operazioni inesistenti. Questa tratteneva una commissione del 5% per poi girarli nei paradisi fiscali delle Isole Vergini e dei Caraibi.

La sede di Med Ingegneria in via Putinati
Da qui il malloppo, decurtato di un altro 2%, ripartiva per la Svizzera per essere depositato nei conti correnti “direttamente riferibili”, insiste Lancerin, agli indagati.
L’indagine è stata condotta in collaborazione e in coordinamento sia con la procura di Roma (che sta valutando anche altri fronti con il pm Galanti, ndr), mentre le indagini della Finanza proseguono anche in altre direzioni. In particolare in Svizzera, dove la Procura Federale Svizzera di Lugano insieme alla Polizia Giudiziaria Federale elvetica battono la pista del riciclaggio internazionale di denaro.
Sono tuttora in corso di esecuzioni ulteriori attività delegate di polizia giudiziaria comprese quelle finalizzate a dare esecuzione alle misure patrimoniali emesse nei confronti degli arrestati a concorrenza della somma distratta.
L’intervista al procuratore capo sull’arresto di Clini
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