10 Aprile 2014
Firmato l’accordo per incrementare il recupero di materiale plastico dai rifiuti urbani

Ferrara sperimenta la ‘filiera della plastica’

di Redazione | 3 min

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OLYMPUS DIGITAL CAMERAUn passo in avanti nel percorso per favorire la nascita a Ferrara della filiera di riciclo di materiali plastici. È stato firmato l’accordo che punta a sperimentare a Ferrara modalità operative per incrementare il recupero di alcune materie plastiche (nello specifico imballaggi in polipropilene e polistirolo) provenienti dalla raccolta differenziata urbana che attualmente non possono essere riciclate.

A siglare nero su bianco questo documento, che darà concreta applicazione all’Accordo Territoriale, sono state Regione Emilia-Romagna, Provincia e Comune di Ferrara, Corepla (Consorzio Nazionale per la raccolta, riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica), Atersir (agenzia territoriale dell’Emilia- Romagna per i servizi idrici e rifiuti), Hera Spa, Sipro e Università di Ferrara.

“Questa intesa tra così tanti enti diversi – fa gli onori di casa il sindaco Tiziano Tagliani – nasce da una riflessione attenta su come migliorare il riciclo dei rifiuti. La risposta non è solo quella di implementare la raccolta differenziata ma di dare una seconda vita ai materiali, solo così si trarrà un beneficio di carattere ambientale e un valore di tipo economico-produttivo”. “Ancora una volta Ferrara fa vedere di essere capace di creare un modello di governance locale funzionante – aggiunge l’assessore comunale all’Ambiente Rossella Zadro – che mira, nel completo rispetto delle regole vigenti, a una raccolta differenziata sempre più spinta per fare ricerca e innovazione”.

Sperimentazione, ricerca e innovazione sono state le parole più ripetute durante l’incontro. Il motivo, come spiegato dal presidente Corepla Giorgio Quagliuolo, è complesso: “La plastica è divisibile in due materiali, quelli che hanno uno sbocco di riciclo (attualmente è possibile riciclare la plastica solo al 55%) e quelli che, non potendo essere riciclati, vengono destinati alla termovalorizzazione per il recupero energetico. Questi imballaggi in plastica residui dal processo di selezione della raccolta differenziata, vengono chiamati ‘plasmix’, una definizione perfetta per indicare questo miscuglio definito ‘irriciclabile’. Lo scopo dell’accordo, quindi, è trovare un sistema per riciclare il plasmix”.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAÈ qui che entra in gioco la città estense con Unife (in particolare, come spiega il professore ordinario del dipartimento di Biochimica e Biologia Molecolare Francesco Bernardi, con lo spin off sui polimeri) e Hera che, come dichiara il direttore Roberto Barilli, “nonostante abbia costruito un eccellente impianto di termovalorizzazione sul territorio, vuole impegnarsi anche sul recupero, sul riciclo e sulla valorizzazione dei rifiuti”. Una scelta obbligata dato che è la stessa regione a chiederlo con il Piano Regionale di Gestione Rifiuti.

“Il Prgr è in fase di adozione e verrà approvato prima dell’estate – dichiara infatti il sottosegretario alla presidenza Emilia-Romagna Alfredo Bertelli – e si tratta di un salto di qualità dato che la programmazione sarà gestita dalla regione e non più a livello locale”. Il piano, che ha validità fino al 2020, pone obbiettivi definiti “ambiziosi”: ridurre la produzione dei rifiuti del 20-25%, raggiungere il 70% di raccolta dei rifiuti in ambito regionale, puntare all’autosufficienza regionale per il recupero e smaltimento di rifiuti urbani e speciali e arrivare al 65% di recupero dei materiali raccolti. Intanto, secondo i dati offerti da Corepla per la raccolta differenziata degli imballaggi in plastica, nel 2013 in Emilia Romagna si è registrato un incremento significativo del 14,6%. “Undici Comuni, tra cui Copparo e Codigoro, hanno già raggiunto la soglia del 70% di raccolta differenziata – commenta l’assessore provinciale all’Ambiente Giorgio Bellini – mentre Ferrara, con una media di 54,3%, è di poco superiore alla media provinciale di 52,8%“.

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