Tari, Tasi e Imu: tre sigle che fanno venire gli incubi anche al più metodico dei contabili, visti i continui stravolgimenti di nomi e regolamenti per le tariffe e imposte comunali. Ma che soprattutto fanno tremare i contribuenti, sempre più preoccupati di fronte alla prossima ‘stangata’ fiscale in arrivo sulle famiglie italiane. Almeno su questo fronte però – secondo i dati presentati dall’assessore al bilancio del Comune di Ferrara Luigi Marattin – i ferraresi potranno tirare un sospiro di sollievo: non sono infatti previsti rincari nelle tre imposte comunali rispetto ai carichi fiscali del 2012, usato come anno di confronto vista la ‘temporanea’ abolizione dell’Imu nel 2013. Anzi, per quanto riguarda le prime case i relativi proprietari risparmieranno qualcosa nel calcolo della Tasi, che verrà anche totalmente azzerata per seconde case, negozi e attività produttive.
Tasi. Il discorso più complicato riguarda proprio la Tasi (tassa sui servizi indivisibili), destinata a finanziare le spese come l’illuminazione delle strade o la manutenzione di strade o aree verdi e introdotta per sopperire all’abolizione dell’Imu sulla prima casa. Il suo importo si calcola in base al valore catastale degli immobili, con aliquote base pari all’2,5 per mille sulle prime case e all’1 per mille per le altre proprietà. Rispetto al calcolo dell’Imu scompaiono le detrazioni previste per i soggetti più esposti come le famiglie numerose (50 euro per ogni figlio convivente sotto i 26 anni). Un elemento che, unito a una scarsa progressività dell’imposta, secondo Marattin penalizza soprattutto le fasce più deboli e i proprietari degli immobili più piccoli, che in proporzione si ritroverebbero costretti a sacrifici maggiori rispetto agli abitanti di immobili di pregio.
La soluzione prevista dell’assessore passa attraverso una sorta di paradosso: aumentare al massimo l’aliquota sulle prime case (3,3 per mille), per ottenere un gettito extra di 4,7 milioni da destinare a nuove detrazioni ‘fatte in casa’, che verranno calcolate in base alle rendite catastali, “in modo – afferma Marattin – da iniettare equità nel sistema”. Il Comune presenta le previsioni per cinque categorie di immobili, confrontando l’importo della Tasi nelle due ipotesi: 2,5 per mille ‘standard’ o 3,3 con le detrazioni locali. Risultano più che dimezzati i costi per le categorie degli immobili popolari (A4) entro mura o economici (A3) fuori mura (le rispettive medie passano da 176 a 77 euro e da 182 a 86 euro) e sensibilmente ridotti quelli di classe leggermente superiore (A3 entro mura, da 312 a 294 euro), mentre salgono gli importi per le case più pregiate: le classi A2 e A7 passano rispettivamente da 527 a 638 euro e da 759 a 1002 euro. Ma il ‘piatto forte’ riguarda soprattutto gli altri immobili (seconde case, imprese, terreni etc), totalmente esentati dalla Tasi e quindi soggetti solo al pagamento di Tari e Imu.
Alle detrazioni legate alla rendita catastale si aggiungono anche quelle legate alle dimensioni del nucleo familiare, reintrodotte dall’amministrazione solo per famiglie numerose (con tre figli o più). In questo caso il discorso è ulteriormente complicato dallo scontro interno all’Anci (associazione nazionali Comuni italiani) e dal ‘tesoretto’ di 625 milioni di euro destinato dalla legge finanziaria alla copertura delle detrazioni locali. “Il nostro errore – afferma Marattin – è stato fidarci della Gazzetta Ufficiale, che distribuiva quella somma tra tutti i Comuni italiani. Ora pare che dovranno andare solo alle grandi città, che negli anni passati avevano fissato al massimo l’aliquota Imu. Il nodo non è ancora stato sciolto, ma se parte di queste risorse (meno di due milioni di euro, è la stima di Marattin, ndr) dovessero arrivare anche a noi, allargheremo le detrazioni anche a disabili e famiglie meno numerose”. La Tasi si pagherà in due rate, il 16 giugno e il 16 dicembre.
Tari: Molto meno complicato il capitolo Tari, la tassa sullo smaltimento dei rifiuti. Meno complicato sia perché il suo calcolo ricalca fedelmente quello della ‘vecchia’ – in realtà era nata nel 2013 -Tares, sia perchè il Comune agisce da semplice tramite tra il cittadino e l’operatore a cui è affidato il servizio, in questa caso Hera, a cui viene riversato l’intero importo. L’unica differenza rispetto alla Tares sta nella abolizione della quota aggiuntiva dell’imposta (30 cm ogni metro quadro dell’immobile), ma non sono da escludere aumenti dei costi legati sia all’inflazione (in minima parte) che alla stima che Atersir dovrà fare sui costi di servizio per l’operatore. La Tari si pagherà in tre rate (30 giugno, 30 settembre, 31 dicembre) e con un conguaglio finale nel primo semestre 2015.
Imu: Poche novità anche sul fronte Imu, le cui aliquote resteranno invariate rispetto al 2012 e 2013. La quota standard per le seconde case è del 9 per mille (la norma nazionale lascia scegliere tra quote comprese tra il 7,6 e il 10,6 per mille), mentre alcune categorie avranno aliquote ad hoc: 4 per mille per prime case di lusso (le uniche sottoposte a Imu, non più di una ventina a Ferrara) e per i nuovi fabbricati non accatastati in categoria D (capannoni, alberghi e centri produttivi). Aliquote fissate al massimo invece per gli immobili sfitti da almeno un anno e per la categoria catastale D5 (banche e assicurazioni), con tariffe pari al 10,6 per mille. È prevista inoltre un leggero sgravio per i proprietari immobiliari residenti all’estero, che si vedranno assegnare un aliquota del 7,6 per mille.
La somma delle tre imposte va a formare lo Iuc: imposta unica comunale. Il gettito complessivo, secondo le stime di Marattin, sarà di circa 14 milioni per quanto riguarda la Tasi, attorno ai 30 milioni per la Tari e di circa 24 milioni dall’Imu.
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