Sarà il 21 maggio l’udienza preliminare per Raffaele Mazzoni, l’ex broker al centro di una maxi truffa da 11 milioni di euro che ha coinvolto centinaia di risparmiatori. Mazzoni scomparve nel nulla nel febbraio dello scorso anno, lasciando nella disperazione clienti e rispettive famiglie. “Sono vittima di minacce arrivate per telefono e attraverso messaggi, temo per mia moglie e per mio figlio” fece sapere dal luogo in cui si nascondeva, promettendo allora che avrebbe chiarito la propria situazione “mettendosi a disposizione – riportarono i suoi legali in una nota – dei suoi clienti e dell’autorità giudiziaria per spiegare la propria condotta”.
Il 54enne di Jolanda di Savoia era uno dei promotori finanziari storici del territorio. Lavorava per Banca Mediolanum da oltre vent’anni. Ed è stato proprio attraverso una indagine interna dell’istituto, una procedura che viene attivata per controlli periodici di routine, che vennero alla luce irregolarità nel suo operato. Un controllo che portò immediatamente alla revoca del suo mandato.
Nel frattempo, grazie a una cerchia di contatti impressionante, che gli garantiva un portafoglio clienti di 1500 posizioni, Mazzoni aveva costruito un castello di denaro che negli anni, dopo una serie di investimenti sbagliati, gli era crollato addosso. Le denunce a suo carico parlano di assegni consegnati in bianco dai clienti, certificati di pagamento falsificati e altro ancora che gli serviva per tamponare le richieste di rientro dei clienti che si erano ritrovati senza copertura degli investimenti fatti o che vantavano il pagamento degli interessi promessi.
Di questi sono 160 i clienti che si ritrovano parti offese nel procedimento penale, per un buco di circa 11 milioni e mezzo di euro. Per questi motivi il pm Nicola Proto contesta al broker i reati di truffa, falso e violazione delle norme professionali del promotore finanziario. Cade invece la prima ipotesi di reato, quella dell’appropriazione indebita.
Ora, in attesa dell’udienza di maggio, Bruno Barbieri, avvocato di Confconsumatori. sta convocando tutti e 150 i clienti che si sono rivolti all’associazione per un’assistenza legale. Si tratta di posizioni che vanno dai 100 euro fino addirittura in un caso a quasi 2 milioni di perdite. Per quanto riguarda il resto del portafoglio clienti, Banca Mediolanum ha già transato circa la metà delle posizioni. Fatto che non eviterà comunque cause civili contro Mazzoni.
Anche se il patrimonio di cui può disporre l’ex promotore finanziario non sembra certo in grado di dare garanzie alle vittime del buco. Si parla di circa 60/70mila euro sequestrati dal conto corrente e tre appartamenti in comproprietà che sarebbero stati individuati dalla guardia di finanza, non sappiamo se pignorabili o meno.
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