Dopo l’operazione per le fratture a bacino e arti inferiori, la ragazzina di 14 anni che ha tentato il suicidio gettandosi dal secondo piano della scuola è in buone condizioni. I medici però non hanno ancora sciolto la prognosi. Ieri gli inquirenti sono andati all’ospedale di Cona per tentare di parlare con lei, ma al momento la giovane paziente è sedata.
Accanto a lei c’erano i genitori, comprensibilmente distrutti dal punto di vista emotivo. A loro gli investigatori della questura hanno rivolto le prime domande. Relative in primo luogo alla possibilità che si fossero accorti negli ultimi tempi di strani atteggiamenti o comportamenti della figlia.
Nulla di tutto questo. Per loro la tragica notizia è stata un fulmine a ciel sereno. La polizia attende ora di poter parlare con la 14enne, mentre ha già sentito l’autore dell’articolo che riportava la testimonianza del conoscente, coetaneo (o coetanea) della giovane, coperta da anonimato.
In quell’intervista si fa esplicito riferimento a episodi di bullismo, che sarebbero avvenuti per lo più in autobus, da parte degli ex compagni di scuola. Nei prossimi giorni la Mobile dovrebbe approfondire l’argomento con la collaborazione dell’ufficio minori. Dal diario personale della ragazzina – sequestrato a fini investigativi – sarebbe emerso un disagio di fondo. Non si sa se dovuto alla delicata fase della crescita adolescenziale o a fattori esterni.
Intanto la piccola paziente ha ricevuto la visita, o meglio un tentativo di visita, da parte del vescovo Luigi Negri che, appresa la notizia del gravissimo episodio, si è recato ieri pomeriggio all’ospedale di Cona per portarle il suo appoggio. “Dal momento che non gli è stato possibile – spiega una nota della diocesi -, per ragioni mediche, ha incontrato e salutato i genitori ed ha espresso loro la solidarietà dell’intera Chiesa Diocesana”.
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