Cronaca
17 Febbraio 2014
Susanna Tartari fu l'ideatrice, ma venne messa da parte

Il Carnevale ‘rubato’

di Marco Zavagli | 4 min

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admin-ajax.phpSta per prender vita la terza edizione del Carnevale Rinascimentale. Da giovedì grasso 27 febbraio a domenica 2 marzo la città rivivrà i fasti di corte dei tempi di Lucrezia Borgia, la madrina della celebrazione, che giunse a Ferrara, nel pieno dei festeggiamenti, il 2 febbraio del 1502. E, parlando di Lucrezia, a distanza di 500 anni si parla ancora di veleni e tradimenti.

Tutto parte nell’ottobre 2011, quando a una ferrarese viene in mente un progetto per ravvivare un periodo dell’anno tradizionalmente ‘morto’ in grado di richiamare turisti e riportare in auge le tradizioni estensi. Lei è Susanna Tartari, esperta di rievocazione storica conosciuta in tutta Italia, tanto da essere chiamata come consulente Rai, Sky e Bbc per le scenografie di costume.

Allora la Tartari era vicepresidente della Pro Loco di Ferrara e sul tavolo dell’associazione porta la sua idea. “Si era parlato in precedenza di un evento che partisse da un piatto storico, il pasticcio di maccheroni. Ma la mia idea era quella di non fare qualcosa che scadesse nella sagra, serve qualcosa di spessore, degno di una città patrimonio dell’Unesco”. Come vicepresidente propose l’idea di un festival rinascimentale, pensato e realizzato attraverso uno studio storico di usi e costumi dell’epoca. “Era nato, allora solo nella mia testa, il ‘Carnevale Rinascimentale’”.

Ma il progetto non fu accolto con l’esultanza che la Tartari si immaginava. Tanto che il consiglio della Pro Loco votò contro. “Dissi al presidente Gulinati che sarei andata avanti per la mia strada. Lui mi diede mandato a procedere”. E lei portò i suoi bozzetti all’assessorato alla cultura. Ma anche qui l’accoglienza non corrispose alle aspettative. “Maisto mi telefonò, disse che il progetto era carino, ma visto che si parlava di pasticcio (sic) mi consigliò di rivolgermi alle attività produttive. Ebbi un brivido”. Cambia l’assessorato e, fortunatamente, anche il gradimento. “Trovai subito una sponda felice nella dirigente Adelaide Vicentini, persona preparata e volitiva, che mi organizzò subito un incontro con l’assessore Marescotti”. Nel mentre c’è tempo anche per un incontro con l’Ente Palio – siamo al 18 ottobre 2011 -, che ebbe la geniale idea di sconsigliare la manifestazione: “a febbraio fa freddo, mi sentii dire”. La risposta dell’ideatrice fu fin troppo cortese: “il Carnevale cade in questo periodo e a Venezia nessuno si è mai lamentato…”. Sempre da via Mortara arrivarono altri intoppi, diciamo, di circostanza: “ma quale cordata c’è dietro? Mi chiesero. Nessuna cordata, ho avuto una idea e ve la propongo per cercare collaborazioni nel realizzarla”. Troppo strano.

L’approccio con l’allora presidente Merighi fu invece di tutt’altro tenore. “Fu entusiasta e mi spronò ad andare avanti”. Si torna dall’assessorato alle attività produttive. L’impatto è freddo. In sostanza non ci sono appoggi. E Susanna Tartari deve fare tutto da sola. “Pazienza. Capii che c’era qualcosa che non andava, ma andai avanti e organizzai nel febbraio 2012 il primo Carnevale Rinascimentale grazie ad associazioni di costumisti e figuranti che venivano da fuori Ferrara. Mi diede un grande appoggio la sola contrada di San Paolo. Fu un successo”. E – particolare non trascurabile – a costo zero per la collettività (la spesa fu di 800 euro che arrivarono da uno sponsor privato).

L’anno dopo, visto l’ottimo risultato, il copione prevede il bis. Ma succede l’imprevisto. Imprevisto per la Tartari, che nel frattempo ha compiuto il grave sbaglio di non registrare il suo format. “Alla fine dell’estate la Marescotti mi fa convocare per annunciarmi novità sulla mia manifestazione”. Attorno al tavolo, oltre a lei e all’assessore, siedono Francesco Scafuri, responsabile dell’ufficio ricerche storiche del Comune di Ferrara, il presidente della Pro loco Gulinati, alcuni tecnici. “Mi dicono che il mio progetto entrerà nel novero delle manifestazioni comunali”. Nemmeno il tempo di stappare la bottiglia di spumante che arriva la doccia fredda: “la direzione artistica verrà affidata a Scafuri”. “Ma perché, visto che il progetto è mio? Non mi diedero spiegazioni”. Dopo il danno, ecco arrivare la proverbiale beffa: “per il ruolo della Pro Loco ci hanno suggerito di occuparci del mercatino”.

“Avevano anche già pensato a un modo per ovviare alla paternità dell’idea. Volevano chiamarlo ‘Carnevale Estense’”. Susanna Tartari se ne andò, per usare un eufemismo, contrariata. “Mi chiamò dopo qualche giorno Maisto, un tentativo di ricucire i rapporti. Gli dissi che mi vergognavo di vedere cosa accadeva in questa città e che solo per il mio amore verso Ferrara gli permettevo di utilizzare il nome del mio evento, così almeno avrebbero azzeccato il titolo”. E fu di nuovo Carnevale Rinascimentale.

Proprio la scorsa settimana Maisto e Marescotti hanno annunciato la prossima edizione, resa possibile – a loro dire – grazie alla rete museale definita “miracolosa”, alla forte collaborazione con l’Ente Palio, al rapporto solido con i privati, al coinvolgimento di partner commerciali e di numerose associazioni culturali. Ciliegina sulla torta il sindaco Tagliani che gongola: “Insomma siamo stati bravi. Un carnevale straordinario in una città straordinaria”. Per la ‘madre’ della manifestazione nemmeno un cenno. Proprio una città straordinaria.

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