Cento
13 Febbraio 2014
Nessuna riduzione di pena per Federico Fantoni per l’omicidio di Marco Paltrinieri

Uccise l’amico con 45 coltellate, l’Appello conferma i 16 anni

di Marco Zavagli | 3 min

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Federico Fantoni

Federico Fantoni

Cento. La Corte d’Appello di Bologna ha confermato integralmente il giudizio di primo grado. Federico Fantoni, il 40enne di Dosso condannato per l’omicidio del suo amico Marco Paltrinieri, 45enne di Cento, dovrà scontare sedici anni di prigione (la pena beneficia del rito abbreviato).

La notte del 9 aprile 2012, il giorno di Pasquetta, Fantoni, montatore di palchi per eventi musicali, era ospite insieme ad altri amici comuni a casa di Paltrinieri al civico 10 di via Torricelli per una cena. Attorno alla tavola siedono la vittima, Fantoni e altri tre amici. Il vino scorre a fiumi. Succede qualcosa, un litigio. Per un motivo non ben precisato. I tre amici che risulteranno estranei ai fatti non erano riusciti a decifrarne il motivo, dal momento che Fantoni e Paltrinieri avevano proseguito a discutere nel cortile.

I tre amici se ne vanno per primi. Nell’abitazione il padrone di casa rimane da solo con Fantoni. Cosa sia successo dopo rimane tuttora un mistero, visto che l’omicida, pur avendo confessato, non riesce ancora oggi a ricostruire nella sua memoria quei momenti. Gli inquirenti però trovarono nella sua abitazione abiti e scarpe intrisi di sangue.

Fantoni viene trovato il giorno stesso nella casa del fratello, intento a guardare su internet gli sviluppi del caso. L’uomo viene portato in caserma e sentito inizialmente come persona informata dei fatti. Alla fine confessa. Non tutto però. Perché il movente e la dinamica rimangono oscuri. Quello che si sa è che si è liberato in qualche luogo dell’arma del delitto, un coltello da cucina che non verrà mai rinvenuto. In qualche luogo che ha dimenticato ha gettato anche la maglietta sporca di sangue. Nella sua mente erano ancora impresse invece le sequenze di quando ha colpito l’amico alla gola. “Sotto il porticato”, disse agli inquirenti. Proprio dove verrà trovato da un condomino alle 8.20 della mattina.

Il pm Filippo Di Benedetto dispose una consulenza autoptica e una tossicologica, dalla quale emerse che Paltrinieri venne ucciso con 45 coltellate.

Così come nella discussione del primo processo, anche l’avvocato Claudia Balboni, difensore dell’imputato, ha chiesto l’assoluzione per insufficienza o, in subordine, l’applicazione delle attenuanti generiche in quanto incensurato. “Molti indizi – spiegava ieri al telefono a Estense.com – sono discordanti. C’è contraddizione anche a riguardo dell’ora del decesso, il medico-legale sostiene tra l’una e le due, ma i commensali sostengono di essersene andati attorno alle 4. Io rimango convinta che lui fosse incosciente e che non sia l’autore materiale del fatto”.

Il procuratore generale invece ha chiesto invece la conferma in toto della condanna, ricordando alla Corte l’efferatezza del crimine e le prove che conducono tutte alla sua colpevolezza.

Non temeva invece riduzioni di pena Gisella Rossi, avvocato di parte civile che rappresenta la zia e il fratello della vittima (i genitori sono morti mentre si teneva il primo grado). “Siamo soddisfatti, se così si può dire di fronte a una tragedia simile – commenta Rossi -. Rivivere quei momenti in aula è stato difficile per i familiari, tanto che la zia si è sentita mancare in un paio di occasioni ed è dovuta uscire”.

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