Cento
11 Aprile 2012
La difesa valuta la richiesta di una perizia sulla capacità di intendere al momento del fatto

“Dopo averlo ucciso gli ha telefonato”

di Marco Zavagli | 2 min

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Cento. Aveva anche provato a telefonare all’uomo che – stando alla sua confessione – aveva ammazzato a coltellate poco prima. È uno dei retroscena che ruotano attorno all’efferato omicidio di Marco Paltrinieri. In carcere per quel delitto, dopo aver ammesso le proprie responsabilità davanti agli inquirenti, è Federico Fantoni.

Libero professionista di 39 anni, residente a Dosso di Sant’Agostino insieme ai genitori, titolate di una ditta individuale che monta palchi per eventi musicali, Fantoni non aveva mai avuto guai con la giustizia. Divorziato, padre di un bimbo piccolo, chi lo conosce bene lo descrive come “un bravo ragazzo”, “pronto a chiedere scusa anche se subisce un torto. Uno, insomma, che “se gli pesti un piede ti risponde con un sorriso”.

Eppure Federico Fantoni ha confessato di aver ucciso la notte tra pasqua e pasquetta il suo amico con cui aveva cenato la sera stessa. Del perché lo abbia fatto nemmeno il suo difensore, l’avvocato Claudia Balboni, riesce a darsi una

spiegazione. “Continua a non ricordare – conferma il legale che ieri mattina ha incontrato il suo assistito in carcere – e questo lo devasta. Non sa nemmeno dire se era solo o c’era qualcuno con lui”.

L'avvocato Claudia Balboni

Agli inquirenti Fantoni, che quella sera aveva bevuto oltremisura, ha infatti raccontato di avere dei barlumi di memoria che gli fanno venire in mente alcuni flash dell’aggressione: il fendente alla gola, la siepe sporca di sangue, l’angolo nel cortile interno del condominio in via Galvani dove Paltrinieri si è accasciato.

Viene chiarito anche il litigio avuto con Paltrinieri: “si è trattato di una semplice discussione, anzi un confronto sul perché il padrone di casa non avesse invitato una determinata persona”.

Di più dice di non ricordare. Fatta eccezione per un dettaglio, inedito. “Alle 5.30 ha anche provato a chiamare Marco (Paltrinieri, ndr) – racconta l’avvocato Balboni – per parlargli”. Il cellulare del 39enne è stato sequestrato e spetterà agli investigatori verificare il particolare. L’orario della telefonata sarebbe comunque compatibile con l’ora presunta dell’omicidio, collocata tra le 2 e le 5 di quella notte.

Quanto al resto, “continua a sostenere che si vuole assumere tutte le sue responsabilità”, prosegue il legale, che aspetta di avere gli atti formali del fermo e di presentarsi in udienza davanti al gip.

In seguito alla confessione il tribunale potrebbe procedere per direttissima. “Non è escluso – anticipa in ogni caso l’avvocato – che possa chiedere un perizia psichiatrica da discutere in incidente probatorio per valutare la capacità di intendere e volere del mio assistito al momento del fatto”.

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