Politica
11 Dicembre 2013
La somma, dovuta in vista della liquidazione, era già stata annunciata

Ermitage, nessun mistero

di Marco Zavagli | 2 min

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admin“Quanto detto da Io amo Ferrara è privo di fondamento”. Chiude sul nascere Massimo Maisto la polemica lanciata dalla lista civica sui fondi stanziati “post mortem” in favore della Fondazione Ermitage. I consiglieri Alex De Anna, Liliano Cavallari e Mirko Brancaleoni avevano depositato una interpellanza per chiedere il motivo di due contributi da 25mila euro in favore della onlus ora in liquidazione, lamentando inoltre il mancato coinvolgimento del consiglio comunale da parte della giunta.

In realtà si tratta di un unico versamento, deciso a luglio e ribadito a fine novembre da due delibere di giunta. “tra l’altro – sottolinea l’assessore alla cultura – se ne  parlato ampiamente sia in commissione che in consiglio. La somma di 50mila si riferisce al totale che dovranno sborsare in parti uguali Comune e Provincia come soci”.

E in effetti già in commissione cultura, lo scorso 5 luglio, l’assessore aveva annunciato lo stanziamento. Dal momento che lo scioglimento della fondazione non sarà un passaggio totalmente indolore dato che il bilancio 2012 approvato dal cda lo scorso 28 giugno, visionato in sede di commissione consiliare, evidenzia un risultato di gestione negativo pari a poco più di 230mila euro. “Ci sono dei trascinamenti dal bilancio 2011 – spiegò nella circostanza Maisto -, chiuso con un attivo di circa 200 mila euro, dovuti alla così detta ‘legge Mancia’, che finanziava 250mila euro per gli anni 2009-2010-2011 ma che tecnicamente sono slittati di un anno”.

Per questo motivo una parte di quei 230mila euro “verrà ripianata con quegli avanzi e il restante, che ammonta a circa 55 mila euro, verrà in parte ripianato con quote da 25mila euro ciascuna dovute dalla Provincia e dal Comune e, per ciò che rimane, sarà il liquidatore a decidere la strategia da adottare”.

“Certi consiglieri dovrebbero stare più attenti e studiare di più – punzecchia Maisto – prima di fare certi scoop sui giornali. O comunque informarsi su quanto avviene in commissione e in consiglio quando loro escono per telefonare o fare delle chiacchiere”.

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