Cronaca
29 Novembre 2013
Ora ospedale psichiatrico per 5 anni. I familiari non contestano la sentenza

Omicidio Zucchi, assolta perché incapace di intendere e volere

di Ruggero Veronese | 3 min

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Assolta perchè incapace di intendere e volere. Si conclude così il processo a carico di Donatella Zucchi, la 45 enne ferrarese che la notte del 23 gennaio scorso uccise il marito Vincenzo Brunaldi, mentre questo dormiva, con un colpo di pistola alla testa. Decisive sono state le quattro diverse perizie psichiatriche richieste due dalla procura e una per parte da difesa e parte civile, secondo le quali la donna soffre di un disturbo paranoide di tipo persecutorio che l’ha spinta a nutrire sempre più odio e diffidenza verso il marito, fino al tragico epilogo consumato nell’appartamento di via Mafalda Favero, dove la coppia viveva.

Donatella Zucchi (difesa dall’avvocato Eugenio Gallerani), secondo gli psichiatri, era convinta che il marito avesse escogitato un piano per rovinare la sua vita, forse addirittura per toglierla letteralmente di mezzo. Un pensiero che con il passare del tempo si era fatto sempre più frequente e ossessivo fino a portare la donna alla perdita della ragione. E così, secondo la versione accolta dal tribunale, la notte del 23 gennaio la Zucchi aveva ormai perso ogni controllo: nella sua “lucida follia” – espressione usata dal primo consulente della procura, Andrea Andreasi – cercava un modo per proteggersi dall’uomo che tramava alle sue spalle. E anche le sue azioni per liberarsi del cadavere del marito e del materasso insanguinato (bruciandoli con l’ausilio di alcune taniche di benzina acquistate nei giorni precedenti insieme a Francesco Pinca, il compagno della madre indagato per favoreggiamento) sono coerenti, secondo le perizie, con il paranoico piano per difendersi escogitato dalla donna. Non sembrano aver avuto peso invece i presunti collegamenti tra il delitto in questione e quello che segnò la giovinezza della Zucchi. Quando ancora adolescente, nel gennaio del 1991, tornò a casa e trovò il padre ucciso con un colpo di fucile alla testa, sparato accidentalmente dalla madre durante un furioso litigio.

Donatella Zucchi non ha quindi responsabilità penali per la morte del marito, ma il giudice ha disposto il suo ricovero per una durata non inferiore a cinque anni nell’ospedale psichiatrico giudiziario a Castiglion delle Stiviere, in provincia di Mantova, dove già si trova dai primi giorni di giugno. La durata della sua permanenza nella struttura potrà essere riformulata col passare del tempo, tramite il giudizio del personale sanitario, e non è escluso che la sua dimissione possa essere anche anticipata o posticipata.

Difficile che il fratello di Brunaldi, costituitosi parte civile attraverso l’avvocato Angela Natati, si appelli alla sentenza. La Natati infatti, pur perplessa dal grado di precisione “non matematico” della psichiatria forense, afferma che “non faremo ricorso, dal momento che tutte le perizie hanno concordato nel ritenere l’imputata incapace di intendere e volere al momento del fatto”.

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