Cronaca
1 Febbraio 2013
Conferito l’incarico per l’autopsia. Ora i prelievi del dna per un confronto

Omicidio Via Favero, si scava nel ‘precedente’ di 20 anni fa

di Marco Zavagli | 2 min

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Vincenzo Brunaldi e Donatella Zucchi

Vincenzo Brunaldi e Donatella Zucchi

“Attenti al sangue, può macchiare il parquet”. E’ la frase che Donatella Zucchi avrebbe riferito agli uomini della Scientifica che stavano esaminando le tracce del delitto comesso in via Favero lo scorso 23 gennaio. Tracce di sangue, come quelle che vide sul pavimento vent’anni prima. Quel 5 marzo del 1991 fu la prima ad arrivare a casa e a vedere il cadavere del padre. Si ricorda il sangue, il volto sfigurato dallo sparo. Poi, rannicchiata a piangere, in un angolo, la madre. L’avvocato Eugenio Gallerani sta acquisendo il fascicolo relativo all’inchiesta sull’omicidio del padre di Donatella Zucchi. Quel giorno Nedo Zucchi, agricoltore di 56 anni, padre di Donatella, morì per un colpo di fucile che lo raggiunse tra la fronte e l’orecchio. Quel sabato, attorno all’una di notte, ci fu una colluttazione tra l’uomo e la moglie, Antonietta Crisante, 49 anni, nella loro abitazione di via Martelli, a Ravalle. Nella concitazione partì un colpo di fucile che uccise l’uomo (vai all’articolo).

Quel tragico precedente potrebbe aver contribuito ai problemi psichici che da anni affliggono la donna. Il fascicolo di quell’episodio potrebbe risultare utile per ricostruire il profilo psicologico dell’indagata.

Intanto, dopo che la procura ha inviato richiesta di incidente probatorio per la perizia psichiatrica di Donatella Zucchi, la pm titolare del fascicolo, Mariaemanuela Guerra, ha conferito l’incarico a tre medici legali di Bologna di eseguire l’autopsia sul corpo di Vincenzo Brunaldi. Si tratta delle dottoresse Elena Invernizzi, Carla Bini ed Elia Del Borello, che depositeranno le proprie conclusioni entro 90 giorni.

Nei prossimi giorni, inoltre, verrà prelevato il dna della donna che ha confessato l’omicidio del marito, Vincenzo Brunaldi. Servirà un campione da confrontare con le tracce biologiche rinvenute sul telo di nylon, sulla corda e sul cellophane utilizzato per avvolgere il cadavere dell’uomo.

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