Economia e Lavoro
28 Ottobre 2013
Monaldi: “C'è una discrasia fra le ragioni addotte dal ministero e la realtà”

Commissariamento Carife, ricorso al Capo dello Stato

di Daniele Oppo | 3 min

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Da sinistra: Daniele Malucelli, Andrea Malfaccini, Francesco Monaldi, Fabio Monaldi

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Porta la data di sabato 26 ottobre la notifica del ricorso al Capo dello Stato contro la decisione di commissariare la Cassa di Risparmio di Ferrara. A presentarlo è l’associazione Liberi Azionisti presieduta da Daniele Malucelli e Andrea Malfaccini. Entro 90 giorni, se il ricorso verrà dichiarato ammissibile, dovrebbe partire l’istruttoria da parte del ministero dell’economia e delle finanze. Sarà poi il Consiglio di Stato ad emettere il proprio parere vincolante che verrà poi recepito, su proposta del ministro competente (Saccomanni), nel decreto decisionale del presidente Napolitano.

“Il nostro ricorso va contro uno dei poteri fortissimi dello Stato italiano, ma siamo in uno stato di diritto, spero si arrivi ad un esame non condizionato e sereno di quanto abbiamo rilevato: violazioni per difetti assoluti e relativi di motivazione per il commissariamento e anche eccesso di potere”- spiega Malfaccini-. A sostegno del commissariamento Bankitalia ha portato l’esistenza di un difetto patrimoniale di circa 60milioni di euro rispetto ai requisiti prudenziali, per noi in questo calcolo c’è un grosso errore metodologico rispetto agli effetti fiscali dovuto alla svalutazione dei crediti -continua Mafaccini-: l’inserimento di tali effetti, che significa avere un credito d’imposta spendibile, porta ad avere 27,5milioni di euro in positivo”.
“C’è una discrasia fra le ragioni addotte dal ministero e la realtà -spiega l’avvocato Francesco Monaldi che, insieme al figlio Fabio, segue il caso-: c’era una situazione già fotografata nel 2009 dalla precedente ispezione della Banca d’Italia la quale aveva dato delle istruzioni, teneva la banca sotto un controllo costante e in moto c’era già un meccanismo di risanamento, invece -afferma l’avvocato- sono intervenuti dopo 4 anni con il commissariamento che è un provvedimento d’urgenza”. A inquadrare in maniera efficace il problema è ancora Malfaccini: “So proprio volevano commissariare la banca dovevano farlo 4 anni fa dopo la prima ispezione e non adesso che si stava completando un ciclo di risanamento con alcune misure già realizzate e altre ancora in corso”. Non solo, secondo l’avvocato la relazione di Bankitalia si baserebbe “su previsioni, sensazioni e opinioni, mentre serve l’indicazione delle leggi e dei regolamenti violati che invece non sono stati menzionati rendendo così difficile la difesa”.

Per Malucelli la crisi poteva essere risolta in un altro modo: “Già nell’assemblea pre commissariamento parlai della vendita di Banca Farnese, adesso bloccata, era già in atto un piano industriale che stava funzionando così come il dimagrimento organizzativo: era già previsto il taglio di 150-160 dipendenti che sta effettuando il commissario, sarebbero andati via con i prepensionamenti, gli scivoli o altri sistemi”. Ma Malucelli rivela anche un altro strumento che avrebbe potuto (e potrebbe ancora) risollevare le sorti di Carife: “La banca ha in pancia alcune azioni della Banca d’Italia iscritte a bilancio col loro più modesto valore originario la cui rivalutazione poteva portare ad avere alcune centinaia di milioni di euro in più, è una misura prevista anche nel prossimo patto di stabilità e che molte banche hanno richiesto con forza -spiega il presidente dell’associazione Liberi Azionisti-. Dopo il commissariamento si è dimezzato il valore della banca, la clientela e soci hanno rotto i rapporti creando delle difficoltà dando spazio alla concorrenza” afferma ancora Malucelli, che poi chiosa: “credo che se le cose fossero state lasciate andare come stavano andando, la Cassa di risparmio avrebbe avuto i numeri per essere attiva come prima e sarebbero rimasti i referenti locali che in un territorio come il nostro sono importantissimi”.

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