Codigoro
24 Ottobre 2013
Prese in ostaggio direttore dell'acquedotto, ha ammesso sue responsabilità

Ai domiciliari dopo la protesta per l’acqua

di Marco Zavagli | 2 min

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admin-ajax.phpCodigoro. Ha compiuto quel gesto eclatante perché “l’acqua è un diritto che non si può negare a nessuno”. Si è conclusa ieri mattina con la convalida dell’arresto l’udienza che ha visto comparire davanti al giudice Franco Attinà l’uomo che lunedì scorso prese in ostaggio il direttore del Consorzio Acquedotto Delta minacciandolo con un coltello.

La difesa, sostenuta dall’avvocato Sauro Frignani (in sostituzione del legale di fiducia, Francesco Centordi del foro di Milano), ha chiesto e ottenuto la detenzione domiciliare in attesa del processo per direttissima per i reati di violenza e minaccia aggravata (aggravante che deriva dalla qualità di pubblico ufficiale della persona offesa, il direttore generale Silvio Stricchi) e porto abusivo di armi. Per queste accuse verrà giudicato, in seguito alla concessione dei termini a difesa, a fine novembre.

L’uomo, Raffaele La Montagna, un 28enne milanese da tempo stabilitosi a Lido delle Nazioni, che vanta già dei precedenti per rapina a un supermercato e per il furto di un’auto, ha ammesso in aula le proprie responsabilità, ricostruendo quanto successo quella mattina. Una mattina iniziata con la scoperta che, dopo numerosi solleciti di pagamento rimasti inevasi, il Cadf aveva tolto l’acqua all’appartamento che divide con il fratello. A quel punto ha chiamato il servizio clienti del consorzio, sentendosi rispondere – queste le parole rimbalzate fuori dell’aula A del tribunale di Ferrara – in maniera “strafottente”, che “se non pagavo le bollette il problema era mio”. E da tempo La Montagna, che al momento è disoccupato e in passato aveva lavorato come buttafuori nei locali, non pagava.

Così ha deciso di recarsi direttamente nella sede del consorzio per far valere le proprie ragioni. Ma l’ha fatto con un coltello in mano. E con quel coltello puntato contro il dg lo troveranno in via Alfieri, sede del Cadf, i carabinieri di Codigoro e del Nor della Compagnia di Comacchio. Dopo una trattativa di una ventina di minuti – nel corso della quale gli è stata anche riallacciata l’utenza – il 28enne si è consegnato ai militari.

Ieri in tribunale La Montagna ha ammesso le proprie colpe, definendo il suo gesto “deprecabile”, ma rivendicando però il diritto a “un diritto, quello dell’acqua, che non si può togliere”.

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