Politica
5 Ottobre 2013
Il presidente dei Radicali attacca Pd e Sel e annuncia: "Denunceremo il Comune"

Referendum, mezzo flop. Zamorani: “Vergogna”

di Redazione | 3 min

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zamorani e longobucco“Vergogna, vergogna, vergogna!”. L’esclamazione ricorre tra le parole pronunciate dal presidente dei Radicali Mario Zamorani durante la conferenza stampa convocata per comunicare i risultati della raccolta firme per i referendum, ma anche per attaccare Partito democratico e Sinistra e libertà e addirittura per annunciare una denuncia in Procura contro il Comune.

I dodici quesiti, si ricorderà, erano divisi in sei sulla giustizia e altri sei sui temi più svariati: dall’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti al divorzio breve, dalla legge Fini-Giovanardi sulle droghe alla Bossi-Fini sull’immigrazione. Proprio quest’ultima è all’ordine del giorno dopo la tragedia di Lampedusa: i promotori avrebbero voluto abrogare il reato di immigrazione clandestina. “Ieri – comincia ad attaccare Zamorani – sia Renzi sia Vendola hanno detto che bisogna abolirlo. Vergogna a loro e a tutti il Pd: abbiamo offerto a tutti questa possibilità, ma Renzi ha rifiutato di firmare il referendum, mentre Vendola ha sì firmato, ma non ha raccolto firme dopo essersi impegnato a farlo”. Ce n’è anche per il nostro assessore al Bilancio Luigi Marattin, “che quando è passato davanti al banchetto ha detto che si sarebbe informato e invece non s’è più visto. Sarà stato troppo impegnato a far riunioni per sostenere Franceschini che sostiene Renzi”. E sulla droga? “Il 97% degli elettori di sinistra vorrebbe abolire la Fini-Giovanardi, ma grazie ai loro leader resterà in vigore”. L’unico ringraziamento va a Papa Francesco “che ha scelto proprio Lampedusa per la sua prima uscita”.

Veniamo alle cifre: a livello nazionale solo i sei quesiti sulla giustizia hanno raggiunto le 500mila firme necessarie per essere portati davanti alla Corte costituzionale; gli altri sei sono rimasti ben sotto la soglia. A Ferrara sono state raccolte in totale poco più di 15mila firme: i quesiti di maggior successo sono stati quelli sulla responsabilità civile dei magistrati e sulla separazione delle loro carriere (oltre 1.300 ciascuno), di minor successo invece proprio quello sul reato di immigrazione clandestina, che ha comunque superato quota 1.100. “Si vede che gli elettori di sinistra hanno pecorescamente seguito i loro vertici – commenta a proposito di quest’ultimo Zamorani –, mentre sulla giustizia ha onestamente collaborato il Popolo della libertà, che alla fine ci ha persino portato più firme sugli altri sei rispetto a Sel”.

Oltre ai partiti di centrosinistra, secondo i Radicali l’altro colpevole del mezzo flop è il Comune, contro cui è già scritta una denuncia per Attentati contro i diritti politici del cittadino, puniti con reclusione da uno a cinque anni. Nelle oltre dieci pagine preparate dall’avvocato Pasquale Longobucco si racconta tra l’altro dello sfratto che il banchetto radicale sotto il Volto del Cavallo subì durante i Buskers (http://www.estense.com/?p=323971). “Il permesso rilasciato in maggio e valido tutti i giorni fino a settembre – ricostruisce l’avvocato – è stato sospeso il 23 agosto, mentre noi aspettavamo la settimana dei Buskers come l’oro, visto che nel ’99 raccogliemmo 1.500 firme per altri referendum. E già prima di quella data il Ministero dell’Interno aveva diffuso una circolare in cui chiedeva di favorire la raccolta di firme, pubblicando informazioni sulle home page dei siti dei Comuni e fornendo il maggior numero possibile di certificatori. Hanno fatto esattamente l’opposto, ostacolando scientemente la raccolta”.

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