Politica
29 Agosto 2013
I Radicali multati per la raccolta firme, Zamorani: "Così limitano i diritti dei cittadini"

“La Costituzione è sospesa in centro storico”

di Ruggero Veronese | 4 min

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ZamoraniRadicaliMultatiVigili

Zamorani riceve la multa da due vigilesse

Quando le due vigilesse gli hanno verbalizzato la multa di 186 euro Mario Zamorani, presidente dei Radicali di Ferrara, le ha ringraziate e augurato buon lavoro. D’altra parte era stato lui stesso alle 17, appena montato il banchetto per la raccolta firme dei referendum Radicali, a chiamare la centrale per ‘autodenunciarsi’. “Stavamo occupando illegittimamente il suolo pubblico e loro hanno fatto il loro lavoro – spiega Zamorani mentre smonta il banchetto -, ed è giusto che ci abbiano verbalizzato la multa. Noi non ce l’abbiamo né con i vigili né coi Buskers, ma contro il potere in cima a quello scalone”. Il radicale indica l’ingresso del Palazzo Municipale e continua il racconto di una giornata in cui, come aveva annunciato il giorno precedente (vai all’articolo), avrebbe portato qualche scompiglio e una probabile sanzione.

“Questa mattina ci hanno chiamati dal Comune per indicarci altri luoghi fuori dal centro storico in cui proseguire la raccolta firme, ma abbiamo risposto che sui diritti costituzionali non facciamo trattative. E oggi pomeriggio ci siamo presentati qua”. L’antefatto è già noto ad alcuni lettori: durante il Buskers Festival i Radicali non possono proseguire la raccolta firme per i 12 referendum proposti su scala nazionale, a causa di una delibera di giunta che vieta le attività politiche durante la manifestazione. Secondo l’assessorato alle attività produttive “ciò avviene su specifica richiesta – avvalorata dall’amministrazione comunale – dell’organizzazione che gestisce la manifestazione e che ottiene la concessione dell’area interessata. Questa decisione è stata assunta a garanzia della assoluta “neutralità” del Festival e della sicurezza dei partecipanti e degli esponenti politici”.

Un discorso che viene contestato da Zamorani alla radice dal momento che, continua il radicale, “questa non è un’iniziativa politica, ma costituzionale: i comitati referendari non sono partiti ma poteri dello Stato, e un divieto di questo genere significa limitare i diritti dei cittadini. Ma forse il Comune dà più peso all’opinione degli organizzatori dei Buskers che alla Costituzione”. Un discorso che i Radicali ferraresi potrebbero portare davanti al giudice di pace, per contestare in base a questi principi la sospensione del permesso e la multa ricevuta ieri pomeriggio. Per farlo però devono riuscire a risalire alla delibera di giunta da cui deriva il provvedimento, “che fino a questo momento, a proposito di trasparenza degli enti pubblici, non è disponibile sul sito e non abbiamo potuto a verificare. Dovremo aspettare i tempi per l’accesso agli atti pubblici”.

E sempre a proposito di internet e del sito istituzionale, Zamorani torna anche sulle direttive ai prefetti fatte circolare dal Ministero degli interni in occasione della raccolta referendaria. In mattinata il Comune aveva pubblicato una nota secondo cui “l’informazione su dove, quando e come firmare per i referendum abrogativi è presente da tempo nel sito del Comune e facilmente rintracciabile attraverso i motori di ricerca. Per una migliore accessibilità dell’informazione, in data odierna, si è evidenziata la nota anche nella home page”. Una frase su cui ironizza il presidente dei Radicali: “Non sono un navigatore inesperto, eppure anche cercando a fondo non sono riuscito a trovare alcuna informazione su dove firmare alcun referendum. Fortunatamente oggi lo hanno messo in evidenza, ma bisogna sempre minacciare una denuncia per riuscire a fargli pubblicare le informazioni su internet. È successo anche qualche mese fa, quando abbiamo fatto la campagna sulla trasparenza (per leggere dell’episodio vai all’articolo, ndr).

Il Comune ha risposto anche alle altre due “accuse” lanciate dai Radicali, la mancata affissione della locandina del comitato promotore nazionale e il fatto, riportato da Zamorani, di alcune persone che dopo essersi recate negli uffici di via Fausto Beretta non hanno ricevuto le informazioni che chiedevano sui referendum. “I servizi demografici – scrive la portavoce del sindaco Tagliani – sono ben a conoscenza di tutto ciò che riguarda i referendum abrogativi e, per una maggiore informazione (evitando che i cittadini si rivolgano ad uffici sbagliati), è stato affisso un cartello sulla porta d’ingresso con l’indicazione dell’ufficio preposto all’autenticazione delle firme per i referendum abrogativi. Non sono state affisse locandine per la promozione dei referendum perchè mai arrivate, e, quand’anche fossero state consegnate, non sarebbero state affisse come da disposizioni date in passato dal segretario generale. Non compete infatti al Comune pubblicizzare i referendum”.

“So di certo che le locandine sono arrivate al segretario comunale, ma non sono state affisse – ribatte Zamorani mentre finisce di “sbaraccare” la postazione -. Purtroppo se suonassi il mandolino potrei restare qua e cantare dei referendum Radicali. Ma i diritti costituzionali, almeno durante i Buskers, in centro storico sono sospesi”.

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