Cento
26 Settembre 2013
Condannato a 14 anni per l’omicidio di Nella Guidoboni

Strangolò l’anziana e confessò dopo 5 anni

di Marco Zavagli | 2 min

carabinieri-cento-okCasumaro. Confessò l’omicidio a distanza di cinque anni. Ora ne dovrà passare più di 14 in carcere. È stato condannato in rito abbreviato alla pena di 14 anni e 8 mesi di reclusione per l’omicidio volontario della 92enne Nella Guidoboni.

L’anziana venne trovata morta nella sua abitazione di Casumaro il 14 dicembre del 2008. Un giallo che venne archiviato fra quelli irrisolti dopo una serie di indagini. Solo successivamente alla confessione di quel reato è stato possibile far ricadere la responsabilità sul 59enne Gianpietro Guerzoni, originario di Finale Emilia e  residente a Vignola (Mo). Guerzoni, la sera del 25 marzo, nel corso di una telefonata alla centrale operativa della Compagnia carabinieri di Cento, ha riferito di voler confessare un omicidio di cui si era reso responsabile alcuni anni addietro. La mattina del giorno successivo si è presentato negli uffici della Compagnia dicendosi in preda ai sensi di colpa, rendendo circostanziate dichiarazioni autoaccusatorie affermando di aver provocato la morte dell’anziana, dapprima strangolandola e, successivamente, non essendo certo del decesso,  strozzandola mediante la calza di nylon.

Guerzoni, difeso dall’avvocato Alessandro Falzoni, aveva detto successivamente in sede di interrogatorio di non aver avuto l’intenzione di uccidere, sostenendo che si sarebbe trattata di una disgrazia. Secondo il 59enne Guerzoni, l’anziana, ritrovata senza vita a terra con una calza stretta attorno al collo, l’aveva chiamato nella sua abitazione quella mattina del 14 dicembre per chiedergli di riparare una perdita dal soffitto. L’uomo, che spesso era da lei per aiutarla a sbrigare alcuni lavoretti, quel giorno avrebbe ricevuto una cosiddetta “proposta indecente”. L’anziana avrebbe tirato fuori da un cassetto 500 euro, in banconote da 50, chiedendogli una prestazione sessuale, una “pazzia” che, stando alla versione del 59enne, la donna avrebbe detto di voler compiere sentendosi ormai prossima alla morte. Al rifiuto di Guerzoni l’anziana avrebbe minacciato di andare al balcone e gridare che la stava derubando. L’uomo l’avrebbe così trattenuta afferrandola al collo con il braccio e provocandone, senza volerlo, la morte.

Una versione che non ha convinto del tutto la procura, che ha ipotizzato piuttosto un movente dettato dalla volontà di rubare il denaro dell’anziana. Tanto che il pm Nicola Proto ha chiesto in sede di requisitoria la condanna a 16 anni per omicidio volontario aggravato dalla “minorata difesa” della vittima. Il gup Silvia M  arini, invece, ha abbassato di poco più di un anno l’asticella della pena, tenendo probabilmente conto della pur tardiva confessione. Le motivazioni sono attese tra 30 giorni.

“Aspetteremo di leggerle – commenta l’avvocato Falzoni – per vedere se e come appellare”.

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