Avrebbe confessato di avere ucciso la 92enne Nella Guidoboni, trovata morta nella sua abitazione di Casumaro il 14 dicembre del 2008. Un caso misterioso che era stato archiviato fra quelli irrisolti dopo una serie di indagini. Ora in carcere è finito il presunto killer, il 59enne Gianpietro Guerzoni, originario di Finale Emilia e residente a Vignola (Mo), disoccupato e già segnalato in precedenza dalle forze dell’ordine.
Il caso dunque si riapre clamorosamente, con un colpo di scena inaspettato, innescato a quanto pare proprio dallo stesso 59enne che qualche settimana fa si sarebbe fatto sentire con una serie di telefonate, con le quali avrebbe dichiarato di conoscere il nome del colpevole, prima di essere interrogato e confessare, con l’ulteriore prova del dna che confermerebbe la sua responsabilità.
Sono stati i carabinieri della Stazione di Casumaro a dare esecuzione ieri sera all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa a carico dell’uomo, su richiesta della procura di Ferrara (pm Nicola proto), dal gip Monica Bighetti. Per Guerzoni l’accusa è del reato di omicidio, aggravato dalla “minorata difesa” della 92enne Guidoboni.
L’omicidio avvenne la mattina del 14 dicembre 2008 e a scoprirlo fu il fratello di Nella Guidoboni, l’allora 85enne Aldo (ora deceduto), che trovò la sorella esanime a terra nella sua casa con una calza di Nylon stretta attorno al collo. Calza che venne scoperta, nascosta nelle pieghe della carne della vittima, mentre il cadavere stava per essere trasferito all’istituto di medicina legale.
Venne aperta un’inchiesta e il primo sospettato fu proprio Aldo, che accudiva da tempo l’anziana sorella, la quale più volte gli aveva confessato di non farcela più e di desiderare la morte. Nonostante nell’abitazione non furono trovati segni di scasso o di colluttazione, l’ipotesi che l’anziana si fosse suicidata in quel modo apparve alquanto improbabile. L’autopsia sulla salma accertò che proprio la calza di nylon sarebbe stata la causa della morte per asfissia meccanica per costrizione delle vie aeree. Nel registro degli indagati finì quindi il fratello, che venne però scagionato dall’analisi del dna ritrovato sulla calza effettuata dal Ris di Parma, non corrispondente a quello dell’85enne.
Il caso fu quindi archiviato, ma a distanza di cinque anni questo colpo di scena, con la confessione e l’arresto del 59enne. Guerzoni, la sera del 25 marzo, nel corso di una telefonata alla centrale operativa della Compagnia carabinieri di Cento, ha riferito di voler confessare un omicidio di cui si era reso responsabile alcuni anni addietro. La mattina del giorno successivo si è presentato negli uffici della Compagnia dicendosi in preda ai sensi di colpa, rendendo circostanziate dichiarazioni autoaccusatorie affermando di aver provocato la morte dell’anziana, dapprima strangolandola e, successivamente, non essendo certo del decesso, strozzandola mediante la calza di nylon. Un gesto che l’uomo ha motivato come reazione nei confronti della vittima che gli avrebbe richiesto una prestazione sessuale in cambio di una somma di denaro, minacciandolo, in caso di rifiuto, di accusarlo ingiustamente di un tentativo di violenza sessuale. Gli inquirenti, riguardo al movente dell’omicidio, ritengono come maggiormente plausibile l’esatto contrario (un tentativo di violenza di cui sarebbe stata vittima l’anziana) ipotizzando il fine di lucro quale probabile movente del delitto (dall’interno dell’abitazione, infatti, come accertato all’epoca dai carabinieri, mancavano 500 euro).
Riscontri effettuati sulla base della rispondenza tra le dichiarazioni rese e le risultanze degli accertamenti tecnici effettuati all’epoca del delitto, hanno consentito di identificare Guerzoni come l’autore del reato, anche grazie all’importante contributo del Ris di Parma che, confrontando il dna dell’uomo con quello ritrovato all’epoca dell’omicidio sulla calza, ne ha verificato la corrispondenza. Ora Guerzoni si trova in carcere a Ferrara a disposizione dell’autorità giudiziaria.