In attesa dell’esito della richiesta di archiviazione totale del procedimento penale, avanzata dal legale della Casa di Cura Privata Sata Maria Maddalena spa, l’avvocato Riccardo Venturi comunica l’intervenuta revoca ad opera dello stesso Pm del sequestro conservativo disposto nel 2010 ed eseguito sui beni immobili e sulle attrezzature della Casa di Cura. Il decreto di revoca, datato 7 agosto, è stato eseguito il 21 agosto di quest’anno mediante notifica alla Casa di Cura e annotazione presso la Camera di Commercio e sui Pubblici Registri Immobiliari tenuti presso l’Agenzia delle Entrate – Ufficio Provinciale del Territorio di Rovigo.
La vicenda, che ha portato una settantina di persone a essere indagate per truffa a vantaggio della stessa Casa di Cura (responsabili amministrativi e direttore sanitario della struttura, responsabile sanitario della struttura, responsabile del nucleo aziendale di controllo dell’Ulss 18 di Rovigo, medici responsabili delle schede di dimissione ospedaliera), riguarda ipotesi di reato relative agli anni 2005 e 2009, per le quali era stato disposto il sequestro preventivo dei beni intestati alla società per un valore di oltre 10 milioni di euro. Secondo l’ipotesi accusatoria, il meccanismo della truffa si fondava sulla reiterazione di una serie di condotte che avrebbero avuto come dato comune quello della formulazione di richieste di rimborsi al sistema sanitario nazionale per importi superiori a quelli dovuti, sulla base dell’attribuzione, alle varie prestazioni sanitarie erogate in regime di convenzione con l’ente pubblico, di codici – cosiddetti Drg – “non appropriati” (ad esempio “codici chirurgici” per interventi che andrebbero eseguiti in regime ambulatoriale, etc.); tali codici sarebbero stati successivamente introdotti in un sistema informatico utilizzato per la classificazione e la successiva richiesta di rimborso alla Regione Veneto, la cui “appropriatezza” era oggetto di verifiche a campione.
Le indagini non hanno tuttavia consentito al Pm di acquisire adeguati riscontri a tale ipotesi di accusa, quella di truffa a sistema sanitario nazionale con l’ottenimento di rimborsi superiori a quanto dovuto. Un’accusa che lo stesso Pm che ha disposto la revoca del sequestro, ritiene ora essere “difficilmente sostenibile”, dopo l’ampia documentazione allegata dai difensori degli indagati, l’attribuzione dei Drg è materia oggetto di possibili divergenze interpretative, “trattandosi di attività classificatoria i cui parametri normativi di riferimento risultano mutevoli e potenzialmente discutibili o comunque passibili di contrastanti interpretazioni”.
Lo stesso sistema di controllo a campione, fino al momento dell’avvio dell’indagine, non aveva mai prodotto alcuna contestazione sulle richieste di rimborso. Mancando quindi il “fumus commissi delicti” la revoca del sequestro preventivo risultava doverosa, così da poter restituire alla Casa di Cura Privata Santa Maria Maddalena Spa le unità immobiliari e i macchinari medici di proprietà della società.
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