
Italo Renna
Si era fatto consegnare i soldi dall’amico agli arresti domiciliari per poi recarsi a Bologna e procurargli una dose di eroina. Una quantità fatale per Italo Renna, morto il 15 giugno per overdose nella propria abitazione ferrarese. Ora le indagini della squadra mobile della polizia di Ferrara hanno fatto luce sulla persona che, a causa del suo “favore”, è ritenuto responsabile di spaccio di stupefacenti e di aver provocato la morte dell’amico. Si tratta del 36enne ferrarese P.M., attualmente indagato in stato di libertà.
Italo Renna, 32enne brindisino residente da tempo a Ferrara, si trovava agli arresti domiciliari dopo aver compiuto una lunga serie di reati. I carabinieri lo fermarono nell’agosto del 2011 mentre si trovava alla guida di un’automobile rubata all’Ausl di Ferrara, e nelle sue tasche trovarono un coltello a serramanico e la placca di riconoscimento di un carabiniere di stanza a Bologna che, qualche tempo prima, ne aveva denunciato lo smarrimento. Quell’episodio costò a Renna condanne per possesso e uso illecito di segni distintivi e per ricettazione, per un totale di due anni e 8 mesi di pena. Ma è soprattutto per le inchieste successive che il brindisino doveva fare i conti con la giustizia, essendosi trovato al centro dell’operazione “Red Jacket“, un’importante indagine coordinata dalla procura di Brindisi e tesa a smantellare un grosso giro di spaccio di hashish e cocaina.
Renna fu oggetto dell’unico arresto nel ferrarese, nel novembre 2012, e nei mesi successivi era stato confinato agli arresti domiciliari nel suo appartamento in città. Fino al giorno in cui fece la sua ultima richiesta all’amico individuato nei giorni scorsi dalla squadra mobile. Che dopo aver acquistato l’eroina a Bologna è riuscita a passarla al brindisino, legandone la confezione a un filo calato dal balcone e vedendolo scomparire, probabilmente per l’ultima volta, tra le mura dell’abitazione. Gli inquirenti stanno ora indagando anche sul filone degli spacciatori del bolognese.
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