Comacchio
13 Agosto 2013
L’inquinamento ricondotto in parte al depuratore Cadf

Feci nel mare, i lidi erano stati avvisati un mese fa

di Marco Zavagli | 4 min

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admin-ajax.phpComacchio. C’è un collegamento tra depuratore Cadf di Comacchio e i batteri fecali che hanno appestato il mare dei lidi nei giorni di agosto, tanto da costringere il sindaco Marco Fabbri a emanare un’ordinanza urgente che prevedeva il divieto di balneazione (vai all’articolo). Lo afferma in una nota, indirizzata allo stesso sindaco lo scorso 22 luglio, l’Ufficio di igiene pubblica che, dopo una serie di controlli e campionamenti, individua “un collegamento fra aperture di sfioratori e bypass e inquinamento fecale a mare”. Anche se, premette l’Igiene pubblica, “il by-pass del depuratore non è l’unico esclusivo responsabile dell’inquinamento fecale registrato”. Proprio l’apertura del by-pass viene individuata come proposta di campanello di allarme per far scattare il divieto di balneazione.

La conclusione deriva da un corposo monitoraggio delle acque condotto dall’Igiene pubblica insieme all’Arpa dal 2010 al 2012, con il sostegno economico del Comune di Comacchio nel 2011 e 2012, “per verificare la possibilità di insorgenza di potenziali criticità di tipo sanitario-ambientale sulle acque di balneazione, in relazione a eventi meteorici consistenti”. Le precipitazioni piovose infatti contribuiscono a creare delle criticità in un territorio, come quello comacchiese, che soffre di un sistema fognario adeguato.

Nonostante la delibera provinciale 277/2012 stabilisce che “le 13 acque dei lidi di Comacchio, sulla base dei risultati del monitoraggio degli ultimi 4 anni (2009-2012), hanno ottenuto una valutazione di acque di qualità eccellente” (anche il monitoraggio di balneazione per l’anno 2013 – effettuati però con periodi meteorologicamente favorevoli – ha avuto finora esito favorevole, vedi sito Arpa  http://www.arpa.emr.it/pubblicazioni/balneazione) dalle analisi dei due enti sono emersi “risultati sfavorevoli” con i campioni prelevati nel periodo dal 2 al 4 settembre del 2012 sia a nord che a sud della foce del canale navigabile, con almeno un superamento dei giorni limite. Tutti sforamenti che coincidono con l’apertura del by-pass del depuratore e il riscontro di inquinamento fecale. “I risultati ottenuti – spiega nella nota il direttore di Igiene Pubblica Aldo De Togni – mostrano la possibilità di criticità sanitarie su alcune acque di balneazione, seppure in concomitanza con particolari condizioni, tale da configurare probabili future insorgenze di inquinamenti di breve durata”.

Inquinamenti, quelli da batteri fecali, pericolosi per la salute. Tanto che l’esposizione dei bagnanti a acque marine contenenti quantità sufficienti di indicatori di contaminazione fecale, coe Escherichia coli ed Enterococchi intestinali (quelli ritrovati in mare in questo mese di agosto), “può provocare danni alla salute di vario tipo e causare patologie anche severe (gastroenteriti e malattie respiratorie)”.

Detto questo, l’Igiene pubblica ricorda che anche “in caso di inquinamento di breve durata le acque possono essere classificate come balneabili”, a condizione però che “siano adottate misure di gestione adeguate”. Tra queste misure mancano al momento (alla data di protocollo della nota, 22 luglio 2013) una “identificazione e valutazione delle cause di inquinamento che potrebbero influire sulle acque di balneazione e nuocere alla salute dei bagnanti”, una “informazione al pubblico”, “azioni volte a evitare l’esposizione dei bagnanti all’inquinamento”, “azioni volte a ridurre il rischio di inquinamento” e “azioni volte alla rimozione delle cause di inquinamento e al miglioramento delle acque di balneazione”. Alla luce di queste lacune l’Igiene pubblica ha formulato a maggio una proposta di ordinanza – probabilmente il modello poi utilizzato da Fabbri per decretare il divieto di balneazione -, “intesa a stabilire il divieto di balneazione sulle 4 acque di balneazione indicate qualora ricorrano le condizioni che possono far presumere l’esistenza di criticità sanitarie”.

Tornando invece al collegamento tra presenza di batteri fecali in mare e depuratore, le analisi individuano l’apertura del bypass del depuratore “come campanello di allarme di una imminente criticità sanitaria nelle acque di balneazione”, fatto che conferma la validità della proposta di ordinanza, “mantenendo l’apertura del depuratore come segnale premonitore dell’inquinamento fecale e dunque della necessità del divieto di balneazione”. Rimane da chiarire, per ammissione dello stesso De Togni, “se il collegamento abbia natura solo temporale oppure abbia natura strettamente causale oppure si tratti di un fenomeno misto al quale concorrono più fattori causali, tra i quali il by-pass del depuratore”. Occorre approfondire a questo punto “l’identificazione e la valutazione delle cause dell’inquinamento che potrebbero influire sulle acque di balneazione e nuocere alla salute dei bagnanti al fine di individuare le possibili azioni volte a ridurre il rischio di inquinamento e le azioni volte alla rimozione delle cause di inquinamento e al miglioramento delle acque di balneazione. Il gruppo di lavoro ha evidenziato dunque lacune strutturali e impiantistiche e lacune conoscitive e concordato sulla necessità di preparare e realizzare un piano di indagine volto ad approfondire le cause”.

In definitiva gli enti interessati pensano a una campagna di controlli microbiologici mirata a fotografare nello stesso momento la situazione (a più ampio raggio, rispetto alle indagini 2010-2012), nel bacino dei lidi di Comacchio, la situazione attorno al by-pass e agli sfioratori e la situazione sulle acque di balneazione e in punti intermedi sulla costa.

“Solo l’adozione di misure di gestione adeguate – avverta l’Igiene Pubblica -, congiunte e coerenti, aderenti alla normativa, nei termini fin qui evidenziati consentiranno di gestire al meglio eventuali casi di inquinamento di breve durata e insieme di mantenere nel tempo la classificazione delle acque dei lidi di Comacchio come balneabili”.

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