Economia del Mare, Ferrara protagonista nella crescita regionale
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Una scelta sbagliata nel merito e nella sostanza. A partire dal disposto legislativo europeo per quanto riguarda i rifiuti speciali fino al significato ‘politico’ di vanificare gli sforzi dei cittadini di incrementare la raccolta differenziata.
È una bocciatura su tutti i fronti quella che arriva dall’assessore regionale all’ambiente Sabrina Freda, che si interroga sul rispetto del principio di non peggioramento della qualità dell’aria da parte dell’ente del Castello estense.
Nel dispositivo della modifica dell’Aia (vai all’articolo) si legge, tra l’altro, che si è proceduto ad eliminare i limiti sul quantitativo di rifiuti speciali in ingresso nell’inceneritore di Hera e sulla loro provenienza lasciando invariato il limite massimo di 130mila tonnellate l’anno e che dovrà essere assicurata la priorità di accesso all’impianto ai rifiuti urbani prodotti nell’ambito provinciale ferrarese e, a seguito di quanto disposto dalla legge regionale 23 del 2011, ai rifiuti urbani prodotti nel restante bacino unico regionale.
“Secondo la Provincia – fa notare Freda – la modifica non produrrebbe una ricaduta immissiva sul territorio differente rispetto a quella registrata nel 2011 e l’analisi dei dati circa lo sviluppo della raccolta differenziata e la stabilizzazione della produzione dei rifiuti (urbani) consentirebbe di aumentare la quantità di rifiuti speciali da smaltire nell’inceneritore senza con ciò intaccare l’autosufficienza del sistema integrato provinciale di gestione dei rifiuti”. Sul punto l’assessore osserva che “una lettura non formalistica del principio di non peggioramento della qualità dell’aria non può che condurre a conclusioni diverse. Ed infatti la riduzione del quantitativo di rifiuti urbani da avviare a smaltimento anche tramite le attività di raccolta differenziata non può secondo la logica del legislatore in primo luogo comunitario, giustificare la scelta dell’amministrazione di aumentare la quantità di rifiuti speciali da bruciare nell’impianto”.
È evidente per l’assessore IdV che “compensare la diminuzione del carico dei rifiuti urbani con un corrispondente aumento della possibilità di smaltimento dei rifiuti speciali ha l’effetto di vanificare gli sforzi compiuti dalle amministrazioni e dai cittadini, anche tramite le attività di raccolta differenziata, per ridurre la quantità di rifiuti da avviare a smaltimento con una conseguente vanificazione dei miglioramenti ambientali anche di carattere emissivo cui tali azioni sono finalizzate”.
Per quanto riguarda invece la rimozione del limite provinciale di provenienza dei rifiuti, “l’ampliamento dell’ambito territoriale ottimale introdotto in via legislativa necessita, per avere effetti concreti sulle autorizzazioni, che risultino individuati altresì i flussi dei rifiuti urbani all’interno di tale nuovo ambito territoriale”. Flussi la cui valutazione “è effettuata in via generale dal pertinente strumento di pianificazione che è il Piano regionale di gestione dei rifiuti non ancora adottato”.
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