Cronaca
7 Giugno 2013
Rinaldi disse: “Non ho intenzione di rimetterci né un euro, né la faccia”

Inizia il processo Cona, ma il S.Anna non sarà parte civile

di Marco Zavagli | 3 min

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admin-ajax.php“Ci costituiremo parte civile. Dobbiamo garantire e tutelare l’azienda, come immagine e come danno economico, perché il Sant’Anna non ha intenzione di rimetterci né un euro, né la faccia”. Così diceva Gabriele Rinaldi appena tre mesi fa (vai all’articolo con l’intervista video), all’indomani della sentenza con cui il gup del tribunale di Ferrara condannava a un anno per abuso di ufficio e falso ideologico Marino Pinelli, responsabile amministrativo dell’appalto Cona, e rinviava a giudizio undici imputati con le accuse a vario titolo di abuso d’ufficio, truffa, omissione e falso ideologico. Gli imputati sono Riccardo Baldi, ex direttore generale dell’azienda ospedaliero universitaria, Fulvio Rossi, ingegnere capo del Comune di Ferrara, Carlo Melchiorri, direttore dei lavori, Giorgio Beccati, il responsabile unico del procedimento, e Giuliano Mezzadri, progettista di Prog.Este. Con loro anche Ruben Saetti, Andrea Benedetti, Mario Colombini, Guglielmo Malvezzi, Nicola Fakes, Roberto Trabalzini.

Ieri si è tenuta la prima udienza davanti al giudice collegiale, che ha esaminato le questioni preliminari. E tra queste, nonostante le dichiarazioni del direttore generale del Sant’Anna, non c’era la richiesta di costituzione di parte civile dell’azienda ospedaliera, parte lesa nel processo.

Il maxi fascicolo su Cona, chiuso dopo tre anni di indagini, recava inizialmente con sé 17 capi di imputazione (per alcuni – quelli relativi alla variante antisismica e alle alte tecnologie – è stato dichiarato il non luogo a procedere), che ruotano attorno in primo luogo alla consulenza dell’ingegner Vincenzo Marinelli, che ravvisò problemi di durevolezza del materiale (ma nessun problema di stabilità o pericolo di crollo). Diverso dal capitolato iniziale sarebbe insomma il calcestruzzo utilizzato in alcuni segmenti dei lavori, quello di tipo RCK25 anziché l’RCK30. Il primo tipo di materiale sarebbe composto da un minor quantitativo di cemento, tanto da non garantire la conformità statica dell’ospedale nel tempo, prevista in almeno 100 anni secondo la legge. Di qui l’ipotesi di truffa aggravata ai danni dell’azienda ospedaliero universitaria Sant’Anna.

Tra le questioni esaminate ieri nelle due ore circa di udienza, oltre all’ammissione delle liste teste (che vedranno comparire testi eccellenti tra cui l’ex direttore generale del Sant’Anna Ubaldo Montaguti) c’è stata la contestazione delle difese di alcuni capi di imputazioni, ritenuti troppo generici (eccezione respinta) e la nomina di un perito per la trascrizione delle intercettazioni. Entro la prossima udienza le parti dovranno accordarsi per quali registrazione chiedere la produzione.

Il tribunale ha stilato anche il calendario dei prossimi appuntamenti da qui a dicembre, con udienze a cadenza quindicinale. Si tornerà in aula il 12 luglio e, dopo la pausa estiva, l’11 e il 25 ottobre, l’8 e il 22 novembre, il 6 e il 20 dicembre.

Quanto alla sorpresa della giornata, la mancata costituzione del Sant’Anna, che aveva scelto di stare alla finestra anche nel corso dell’udienza preliminare, dalla direzione non arrivano commenti. Si può immaginare che la valutazione sia stata fatta in considerazione del panorama giudiziario complessivo che vede il Sant’Anna impegnato in tre cause civili e un ricorso al Tar contro il consorzio di costruttori. In caso di comprovato danno economico, poi, una volta passata in giudicato la sentenza, c’è la possibilità di adire alla Corte dei Conti (l’impulso da parte dell’ente pubblico è anzi obbligatorio in caso di accertato danno erariale) oppure agire in sede civile. Ma al momento, stante il silenzio che arriva dai vertici aziendali, è solo lecito immaginare.

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