Cronaca
4 Maggio 2013
Il vescovo di Ferrara contro la decisione di non vietare ai minorenni la visione del film "Le Streghe di Salem"

Monsignor Negri pronto a denunciare lo Stato italiano

di Ruggero Veronese | 3 min

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admin-ajax (37)Che l’arcivescovo Luigi Negri, dal 3 marzo a capo delle diocesi di Ferrara e Comacchio, fosse uno dei rappresentanti più attivi di un “cristianesimo vissuto” (come lo definisce lui stesso), che non ha timore a schierarsi in temi politici e di attualità, se n’erano accorti in molti. In pochi però avrebbero immaginato che la massima autorità religiosa di Ferrara arrivasse anche al punto da trascinare lo Stato italiano in tribunale. La colpa? Non aver vigilato – ma qualcuno userebbe la parola ‘censurato’ – sulle ultime uscite cinematografiche in Italia, lasciando il pubblico libero di vedere al cinema senza restrizioni “Le streghe di Salem”, il sesto lungometraggio che vede dietro la macchina da presa la nota star dell’heavy metal Rob Zombie.

“Siamo al disfacimento della cultura occidentale”, aveva detto il vescovo durante il recente incontro con il rabbino Giuseppe Laras (vai all’articolo), in cui aveva attaccato duramente il mondo di internet e i “conati di novità” (leggi: il Movimento 5 Stelle) che con “linguaggi inauditi e di una rozzezza incredibile” cercherebbero di creare “un’intelligenza artificiale sovraumana che guida questi uomini”. Ma c’è poco da scherzare anche con la minaccia rappresentata dal film della rockstar americana: “un’offesa intollerabile” sintomo di una “pochezza culturale senza eguali”, che potrebbe generare nei più giovani “orrende convinzioni nei confronti della tradizione cattolica nel nostro paese che, piaccia o no ai signori del vapore, rappresenta la convinzione di una parte consistente del nostro popolo”. E Negri ha intenzione di fare sul serio dal momento che, non potendo chiamare in causa il regista americano, è lo Stato italiano a dover essere chiamato come diretto responsabile, ed è per questo che il vescovo ha contattato un team di giuristi per avviare un’azione legale.

“Il vescovo – si legge nel comunicato ufficiale diffuso da Negri – ha incaricato una commissione di giuristi di aiutarlo a verificare se sussistano le condizioni per una querela allo Stato che non ha vigilato su ciò che viene proiettato liberamente nelle sale italiane”. Nelle sale italiane infatti il film è vietato solo ai minori di 14 anni, quando secondo il vescovo dovrebbe essere completamente bandito per i minorenni. È qui che entra in gioco lo Stato italiano, che è mancato alla “sua funzione di prevenzione nei confronti dei minorenni”, consentendo la visione di una pellicola “realmente e incredibilmente anticattolica. Un misto di satanismo, oscenità, offese alla liturgia e alle realtà ecclesiali che rasenta livelli difficilmente tollerabili per una coscienza autenticamente laica e civile, ancor prima che cristiana”.

Ma c’è di più: Negri potrebbe estendere le sue azioni legali anche agli organizzatori del concerto del Primo Maggio a Roma, che hanno permesso che sul palco andasse in scena un’iniziativa per promuovere l’utilizzo e la diffusione del preservativo, “agitato davanti alla folla come se fosse il corpo vero del Signore, ovvero l’aiuto ad affrontare la vita e le sue difficoltà, soprattutto le malattie, utilizzando ampiamente questo strumento indicato come via della guarigione e della salvezza. Tutto quello a qualche centinaio di metri dalla Basilica di San Giovanni in Laterano, la Cattedrale del Papa”. Negri tira le somme del discorso, definendosi “strabiliato da quanto sta accadendo in Italia”, e dichiarandosi pronto a difendere senza compromessi i valori e i dogmi cattolici. Per lui “come per tutti i vescovi cattolici, Roma è Roma, cioè è la Chiesa che presiede a tutte le altre Chiese nella verità e nella carità”.

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