Politica
26 Aprile 2013
Il vescovo di Ferrara si confronta con il rabbino Giuseppe Laras sul dialogo interreligioso

Dal vescovo Negri paragone tra Hitler e M5s

di Ruggero Veronese | 4 min

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DSC08333Un vescovo e un rabbino a confronto al Castello Estense. Due personaggi che oltre a rappresentare due diversi mondi religiosi portano con sé una storia e una cultura personali tali da assicurare un incontro di non comune spessore. Soprattutto se il tema del discorso, il dialogo interreligioso, porta i due ben al di là dei “semplici” temi dottrinali, con una discussione che non ha paura di parlare del ruolo delle religioni nella società contemporanea, con tutte le implicazioni sociali e politiche del caso. Stiamo parlando dell’incontro tra l’arcivescovo di Ferrara Luigi Negri e il rabbino Giuseppe Laras, presidente emerito e onorario dell’Assemblea rabbinica italiana ed ex rabbino capo di Milano, venuto a Ferrara per presentare il libro “Storia religiosa degli ebrei”, un testo che già dall’editore (la Fondazione Ambrosiana Paolo VI) lascia intendere lo spirito di collaborazione tra religioni che l’ha visto venire alla luce.

E tutto il confronto è all’insegna del dialogo e dell’apertura tra i due personaggi, che parlano di come far convivere le religioni nel mondo, e arrivando alla conclusione che l’obiettivo non sia soltanto la tolleranza reciproca, ma una vera e propria collaborazione tra le diverse fedi, che possa influire positivamente sulla società. Entrambi i religiosi infatti concentrano il proprio ragionamento su un assunto fondamentale: i rischi che corre una società nel perdere l’etica religiosa. Un rischio che per gli ebrei, spiega Laras è arrivato “dopo che avvenne la Shoah, quando molti ebrei, me compreso, si interrogarono sul problema della teodicea: la giustizia divina. Perchè Dio ha consentito una violenza e una malvagità simile? Dov’era Dio mentre accadeva tutto questo?”. Una perdita di fede che Loras vede come “il segno di una possessione diabolica, perchè non si può parlare di Dio in un contesto come quello”. La strada giusta per l’uomo e per la società è piuttosto, secondo Loras, “chiedersi dov’era l’uomo in quei momenti, e come ha potuto compiere quei fatti. Noi dobbiamo cercare proprio partendo dalla Shoah di cooperare e creare un umanità incapace di programmare la distruzione di un popolo”.

Il discorso di Negri si spinge fino al presente, arrivando addirittura a prendere una posizione di netta condanna verso l’evoluzione di internet e forse – pur non nominandolo apertamente – addirittura verso il Movimento 5 Stelle. Se infatti per il vescovo, sostenitore di un cristianesimo “interventista” nel mondo, sembra ormai passato il rischio “portato dai sistemi totalitari laicisti e anticattolici del ‘900, che avevano come punto in comune la fine del mondo giudaico-cristiano”, la perdita dei valori potrebbe ora viaggiare sulle ali della rete. “La forza che rimane da combattere – afferma Negri – è ancora più subdola: questa sorta di scientismo tecnocratico, che viene sostenuto da una diffusione ad oltranza di un’ideologia progressista e consumista, dalla quale tutte le religioni sono attaccate, in quanto rappresentano qualcosa di reazionario. Oggi siamo aggrediti da una mentalità che cerca di dissolverci come qualcosa che soltanto nella sua dissoluzione possa dare paradossalmente qualcosa di positivo”.

Ed è proprio parlando di questo “sentiero polveroso del nulla” che Negri arriva a quello che suona come un deciso attacco ai “conati di novità” nel paese. Quando dopo una breve pausa, il vescovo riprende affermando: “Noi siamo italiani, e in questo momento terribile che la nostra nazione sta passando dobbiamo ricordarci delle radici di questi ‘conati di novità’ che si vanno profilando nel nostro paese, con linguaggi inauditi e atteggiamenti di una rozzezza incredibile. Ci sono affermazioni inquietanti pubblicati nei libri stampati, come che “l’uomo è Dio” (il videomessaggio di Casaleggio, dal titolo “Prometeus”, pubblicato su Youtube, ndr) e che la rete, cioè l’estrema espropriazione dell’intelligenza dell’uomo, può creare l’unico punta di guida dell’umanità nei prossimi secoli. Un’intelligenza artificiale sovraumana che guida questi uomini, che sicuramente si credono Dio. Siamo alla follia. Una follia costeggiata di citazioni di Goebbels e Hitler. Siamo al disfacimento della cultura occidentale”.

La speranza è quindi rappresentata sia per il vescovo che per il rabbino dalla collaborazione tra le religioni, con Laras che apre anche al dialogo con l’Islam. “La presenza delle fedi monoteiste è provvidenziale, nel senso che è un vero frutto della provvidenza. Queste religioni sono state portate da Dio nel mondo per estendere la fede in un unico creatore, perché il concetto di Dio espresso nell’ebraismo non sarebbe potuto essere compreso e accolto in altre tradizioni. Ma la religione è l’unica via per creare un sistema etico davvero eteronomo, cioè mirato al bene degli altri, perchè ci spinge ad amare il prossimo non soltanto come noi stessi, che per qualcuno potrebbe non aver alcun valore, ma addirittura come Dio stesso”.

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