Cento
2 Maggio 2013
Cordelia Tassinari è morta all’età di 95 anni e insieme a lei se ne va un pezzo di storia del paese

Se n’è andata la mondina di Casumaro

di Redazione | 3 min

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Cordelia Tassinari

Cordelia Tassinari

Casumaro. Da nove anni non viveva più a Casumaro, perché sua figlia Angela l’aveva portata con lei dove abitava, vicino a Pavia, ma Cordelia ha continuato ad essere ricordata da tutti i casumaresi con i quali aveva condiviso gioie e dolori. Cordelia Tassinari se n’è andata all’età di 95 anni e insieme a lei se ne va un pezzo di storia non solo del paese di Casumaro, nel quale ha vissuto per molti decenni sacrificando la sua vita al lavoro, ma anche di quella tradizione oramai passata che era rinnovata ogni anno dalle mondine, delle quali faceva parte.

Cordelia era una mondariso e per oltre 20 anni si è dedicata al durissimo lavoro nelle risaie. Ancora giovanissima partiva verso maggio insieme ad un gruppo di compaesane per andare a mondare il riso in Piemonte, alla Cascina Veneria vicino a Vercelli, dove si coltivava il riso già dalla fine del 1700, resa famosa dal celebre film Riso Amaro e dove si girarono le scene di cui Silvana Mangano e Vittorio Gassman erano i protagonisti. Cordelia lì era di casa e lasciava il suo paese ed i suoi figli per il lavoro stagionale  di qualche mese, per andare a guadagnare qualche soldo in più  e portare a casa un sacco di riso a suon di sacrifici. Lei era una lavoratrice instancabile piena di bontà con un grande animo.

Appena dodicenne, ancora giovinetta entrò a lavorare in una famiglia nota nella zona, quella di Luciano Palazzi, che ancora in fasce aveva avuto lei, Cordelia, come baby sitter e che si dava un gran da fare per aiutare la famiglia numerosa, dove le bocche da sfamare erano tante.

Tutti la ricordano con profondo affetto e per la sua simpatia e per la sua grande schiettezza nell’esprimersi, quasi sempre in dialetto. Non amava le mezze misure e si tenne sempre lontana dalle ipocrisie mantenendo sempre un giudizio lucido e personale. Lei le chiacchiere non le sopportava e quando sentiva qualcosa in maniera imprecisa, tappava la bocca senza pietà.

Le sue due adorate bambine, della quali era la tata e alle quali voleva molto bene – oltre ovviamente alla sua famiglia d’origine, figli e nipoti e pronipoti – sono state Mariella e Mariapia Palazzi. Con la Cordelia le giornate si coloravano di festa e di allegria, perchè lei accompagnava ritmicamente il suo lavoro con i canti popolari, cantando le canzoni della Resistenza e delle mondine dal ritmo un po’ cantilenante,  ma vigoroso e colmo di entusiasmo, pieno di amore e nostalgia.

Mariella Palazzi le ha dedicato recentemente una novella, intitolata “Marmellata a colazione“, in cui Cordelia è un personaggio di spicco, dal carattere emancipato e combattivo, testimone di una cultura e di una tradizione ormai scomparsa. E nella storia antica di Casumaro resterà traccia della sua vita e del suo operato; con il suo ottimismo “la mitica Cordelia” era  sempre pronta a sfidare l’ignoto e a superare con audacia le difficoltà.

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