Un incidente probatorio per interrogare i sospettati dell’omicidio di Leda Avanzi e per confermare in aula il loro riconoscimento da parte delle due testimoni. Si è tenuto ieri mattina in tribunale, davanti al gip Silvia Marini, l’udienza a porte chiuse che servirà alla pm Barbara Cavallo – e alle difese – per congelare alcune testimonianze che in futuro, in vista di un eventuale processo, potrebbero non essere più disponibili, dal momento che le due testimoni potrebbero non essere più in Italia.
Scortati dalla polizia penitenziaria si sono presentati Florin Catalin Leneschi, rumeno di 25 anni, Marius Valer Damian, suo connazionale e coetaneo, e Mariusz Chovaniak, polacco anch’egli di 25. I tra sono indagati per l’omicidio e la rapina ai danni di Leda Avanzi, anziana di 94 anni, avvenuto il 7 settembre del 2012 (vai all’articolo).
Quel giorno, di mattina, due uomini – identificati poi dalla squadra mobile in Leneschi e Damian -, penetrarono nell’appartamento al civico 57 di via Bologna a Ferrara, al secondo piano. Ad agevolare il loro ingresso sarebbe stato Chovaniak, già conosciuto dalla badante, Teresa H. di 58 anni, come persona fidata. Il giovane aveva chiesto di entrare per poter utilizzare il computer. Una volta fatta irruzione, i due hanno gettato a terra la 58enne. In quel momento Leda Avanzi inizia a urlare per lo spavento. Per zittirla uno dei due afferra un vaso in ceramica e lo spacca sulla sua testa. L’anziana rimane ferita. Una volta chiamati i soccorsi, l’ambulanza la porterà in ospedale, dove morirà poche ore dopo (vai all’articolo). La rapina frutterà qualche gioiello e 100 euro in contanti.
Due giorni dopo arriva il fermo di Chovaniak, mentre Leneschi e Damian verranno arrestati una settimana dopo in Romania. Secondo la ricostruzione degli inquirenti i tre avevano progettato la rapina due giorni prima di entrare in azione. E’ il 5 settembre scorso e i rumeni Damian e Leneschi arrivano in Italia dalla Romania. Damian chiede ospitalità a un giovane che conosce, il polacco Chovaniak. La loro intenzione è quella di recarsi in Germania per trovare lavoro e Ferrara è solo una tappa intermedia. Il giorno seguente Damian riferisce all’amico di aver bisogno di soldi, sia per andare in Germania sia per acquistare un regalo per un matrimonio al quale doveva partecipare. Secondo gli inquirenti Chovaniak stesso si sarebbe quindi fatto promotore di un ‘facile colpo’ nella casa dell’anziana, dicendo ai due che avrebbe voluto rimanerne fuori.
Dopo il colpo Chovaniak aspettava i complici nel suo appartamento in via Porta Romana e quando li ha visti arrivare non era al corrente della gravità di ciò che avevano commesso. Nell’abitazione del polacco è entrato solo Leneschi, che ha preparato le valigie anche per il connazionale. Quindi i due si sono recati in stazione, mentre Chovaniak è rimasto a casa ancora ignaro della situazione. I tre vennero notati in strada anche da una signora, appena un’ora dopo la rapina.
Proprio questa super testimone sarà chiamata lunedì, nel corso di un altro incidente probatorio, a riconoscere i tre indagati. Quanto agli indagati, ieri il primo a parlare è stato Chovaniak (difeso dall’avvocato Fabrizio Carletti), seguito da Leneschi (difeso dall’avvocato Pier Francesco Uselli), che ha confermato quanto detto al pm in sede di interrogatorio.
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