Cronaca
17 Aprile 2013
Mandibola rotta, bruciature e percosse: 5 anni e 4 mesi e a 4 anni e 2 mesi

Condannati madre e convivente per le sevizie al figlio

di Marco Zavagli | 3 min

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adminSono stati condannati a 5 anni e 4 mesi e a 4 anni e 2 mesi i responsabili dei maltrattamenti e delle lesioni al bimbo di tre anni. Dopo mezz’ora di camera di consiglio il gup Silvia Marini ha pronunciato la sentenza di condanna del processo in rito abbreviato per quanto subito dal piccolo che venne ricoverato in condizioni terribili il 28 febbraio del 2012.

Quel giorno in corso Giovecca, sede allora del Sant’Anna, arrivò come paziente un bambino di tre anni. I primi esami riscontrarono lividi sulla fronte, bruciature su una gamba e le fratture della mandibola e di alcune costole (vai all’articolo).

Le indagini disposte dalla procura portarono all’arresto della madre, 25 anni, di Torino, e del compagno di lei, 31enne ferrarese con precedenti per reati contro la persona e contro il patrimonio, entrambi residenti a Ferrara. In un primo momento i due sostennero che il bambino si era fatto male urtando contro un mobile. Dai successivi riscontri della squadra mobile emergerà come il bambino fu spesso vittima di punizioni gravi e immotivate, come docce gelate, digiuni forzati, scherno e insulti gratuiti. La madre, in sede di indagini, scaricò gran parte della colpa sul partner, responsabile secondo la sua versione di violenze così feroci da provocargli delle ustioni al corpo con l’accendino, come per imprimere un marchio addosso a quel piccolo che continuava a preferirgli il padre naturale (vai all’articolo).

Il piccolo viveva con la coppia dall’ottobre 2011, da quando cioè la madre lo aveva portato via con sé da Torino, sottraendolo al marito, con il quale conviveva fino ad allora, per raggiungere l’attuale compagno a Ferrara. Subito dopo l’arresto degli imputati venne affidato al padre, costituitosi al processo parte civile attraverso gli avvocati Marco Linguerri e Chiara Rodio.

In sede di requisitoria il pm Barbara Cavallo aveva chiesto 6 anni e 4 mesi di condanna per l’uomo (difeso dall’avvocato Maria Giovinazzo) per maltrattamenti e lesioni gravi aggravate (da recidiva e crudeltà) e 5 anni e 4 mesi per la donna (imputata anche per sottrazione di minore, difesa dall’avvocato Luca Canella), oltre a una provvisionale di 100mila euro complessiva per i danni alla giovanissima vittima. Come pena accessoria i due imputati sono stati interdetti dalla potestà genitoriale

Oggi la decisione, con pene inferiori alle richieste della pubblica accusa, ma che comunque incontra la soddisfazione moderata dell’avvocato Linguerri, secondo il quale “oggi la giustizia ha fatto il suo corso, ma il vero augurio è che il figlioletto del mio assistito superi il più in fretta possibile i traumi cagionati da questa vicenda”.

Scontato l’appello da parte delle difese una volta lette le motivazioni, attese tra 60 giorni. “Non vogliamo dimenticare che alle spalle c’è un terribile dramma familiare, ma voglio dire che il giudice – commenta l’avvocato Canella – ha dimostrato di aver recepito il mio invito a contestualizzare i fatti, che hanno visto la madre denunciare il convivente solo quando è stata sicura che il figlio fosse al sicuro (la donna accusò il coimputato in sede di interrogatorio, quando entrambi erano già stati arrestati, ndr). Se si escludono infatti i dieci mesi comminati per la sottrazione di minore, la mia assistita ha avuto solo 3 anni e mezzo”.

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