Un nome, una garanzia. Il nome è quello di Carlo Giovanardi. La garanzia è quella di aver sempre qualcosa da scrivere ogni volta che apre bocca. L’assioma funziona non solo per le cose che dice. Anche per quelle che scrive. Come l’ultimo atto in ordine di tempo presentato come parlamentare del Pdl. Al ministro dell’interno il senatore rivolge una interrogazione a risposta orale. Nella quale chiede lumi sulla manifestazione del 27 marzo organizzata dal Coisp a Ferrara.
Giovanardi non sbaglia una virgola sulla ricostruzione dell’evento: quel giorno “nel corso del congresso regionale del Coordinamento per l’indipendenza sindacale delle forze di Polizia (Coisp) a Ferrara quel sindacato ha organizzato un sit-in di solidarietà per gli agenti di polizia Paolo Forlani, Enzo Pontani, Luca Pollastri e Monica Segatto, chiedendo gli arresti domiciliari per i primi 3 che stanno scontando in carcere i 6 mesi residui di pena per…”. Tutto giusto. Date, luoghi, circostanze e anche i nomi degli agenti pregiudicati. Poi arriva la fine della frase, quello che il Perozzi di Amici Miei definirebbe il classico colpo di genio: “… per la condanna per l’omicidio colposo di Luca Aldrovandi”.
L’avvocato modenese prestato, a titolo definitivo ahinoi, alla politica è riuscito a colpire ancora. Dopo aver dato dell’eroinomane al diciottenne durante una trasmissione televisiva di fronte ai genitori, dopo aver deliziato la platea dei radioascoltatori de La Zanzara confondendo il sangue dietro la testa di Federico con un cuscino gentilmente prestato da qualche anima caritatevole, ora il buon senatore riesce a sbagliare anche il nome del ragazzo ucciso (vai all’articolo).
E lo fa in una interrogazione parlamentare dedicata proprio al caso Aldrovandi (in effetti in più di una occasione aveva sbagliato anche il cognome, Aldovrandi…). Una interrogazione nella quale chiede di sapere “se corrisponda a verità che tale manifestazione era stata autorizzata dal prefetto, dal questore e dal sindaco di Ferrara, e che essa era esclusivamente indirizzata a chiedere gli arresti domiciliari per gli agenti”. Domanda alla quale non serve la Cancellieri per rispondere. Lo stesso questore ha ammesso di aver concesso il placet al sit-in lo scorso 25 marzo con l’autorizzazione nr. 338/A.4.2013Gab (vai all’articolo). E anche le motivazioni del sindacato, pur con volantini inquietanti, erano rivolte contro la decisione dei tribunali di sorveglianza.
A questo aspetto si lega anche il prosieguo del documento, che chiede “se corrisponda a verità che nessuna polemica è stata avanzata in quell’occasione da parte dei [sic] aderenti al sindacato nei confronti della signora Patrizia Moretti Aldrovandi”. Giovanardi chiede poi al Ministro se “ritenga che i sindacati di polizia possano liberamente manifestare per quello che ritengono essere un ingiusto trattamento detentivo per il personale” e “quale iniziativa intenda assumere per garantire la libertà sindacale di fronte alle proposte di scioglimento del Coisp”. Proposte, queste dello scioglimento, che erano arrivate dal capogruppo di Sel alla Camera, Gennaro Migliore, il quale aveva bollato come “indecente e vergognosa” l’iniziativa del 27 marzo (vai all’articolo).
Il senatore conclude con un riferimento all’ispezione ministeriale nei confronti della questura di Ferrara seguita alle note polemiche e chiede alla titolare del Viminale “quali iniziative intenda assumere, viceversa, nel caso in cui dovessero essere riscontrati atteggiamenti inaccettabili ed offensivi da parte dei sindacalisti del Coisp”.
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