È stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. E di gocce ne sono scese tante. A cominciare dai liquami e dai residui organici che lo scorso 11 marzo scendevano incredibilmente dal soffitto, lungo la colonna del pronto soccorso, per depositarsi davanti al triage dell’ospedale di Cona. In quell’occasione un’otturazione in una tubatura tra piano terra e primo piano aveva portato alla fuoriuscita di liquami e materiale di scarto che era andata a pesare sui pannelli del controsoffitto provocandone la caduta (vai all’articolo).
L’episodio che fece giustamente gridare allo scandalo, uno dei tanti ma forse il più eclatante, diventerà materia per il giudice civile. L’azienda ospedaliera ha fatto causa al consorzio ProgEste per danni materiali e morali (richiesta di risarcimento e danni di immagine) per una serie di problemi che si sono presentati nei primi mesi di apertura del nuovo Sant’Anna.
L’avvocato dell’azienda, Manuela Uberti, ha depositato gli atti presso la sezione delle imprese del tribunale di Bologna, competente per la materia.
Sull’argomento era arrivata alla giunta regionale anche una interpellanza del consigliere regionale ex Movimento 5 Stelle Giovanni Favia, secondo il quale “quanto è accaduto al pronto soccorso dell’ospedale di Cona, con una tubatura otturata fino a provocarne la rottura con la frantumazione di ben tredici pannelli, precipitati al suolo dal soffitto, insieme a liquami, materiali di scarico e residui organici mettendo a rischio la salute e l’integrità fisica di pazienti, operatori e visitatori, è solo l’ultima puntata di una bruttissima telenovela”.
Una telenovela dalle infinite puntate: i problemi – questo l’elenco di Favia – all’impianto di condizionamento, che ha creato diffusi fenomeni di condensa, i problemi con le scale di sicurezza, con serramenti non funzionanti e che hanno comportato numerosi interventi di manutenzione, non sempre risolutivi, i problemi con le sale operatorie, i problemi connessi alle infezioni nosocomiali, i problemi alla viabilità di accesso e di collegamento, i problemi alla zona di accesso del Pronto Soccorso.
Proprio a causa di quei problemi Favia chiedeva “la recessione dal contratto in essere con ProgEste e, soprattutto, l’avvio di un’azione legale risarcitoria verso i responsabili”.
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