Il rinvio al 10 maggio delle procedure di licenziamento paventate da Basell è visto come un primo, parziale risultato. Ma ovviamente non sufficente per i sindacati dei chimici e per le Rsu aziendali, che hanno indetto una prima giornata di sciopero per il 29 marzo con fermata degli impianti.
Sciopereranno turnisti e semiturnisti con fermata degli impianti e strutture di tutte le aree di R&D e Manufacturing dalle ore 10 alle 18, mentre tutto il personale giornaliero si asterrà dal lavoro dalle 13 alle 17.
E’ solo una prima iniziativa di lotta, su mandato delle assemblee dei lavoratori, contro il piano di ristrutturazione proposto da LyondellBasell, con la quale i sindacati intendono comunque proseguire il confronto approfittando proprio dello spostamento temporale delle procedure di licenziamento di sei settimane. Spostamento che permetterà “di verificare quanto, nel confronto realizzato a Bologna, Comune e Regione hanno prefigurato relativamente all’abbattimento del costo di energia/monomeri e l’inserimento del centro ricerche Natta nella rete tecnologica regionale e se ciò possa tradursi in opportunità funzionali a rimodulare i tagli annunciati e i licenziamenti praticati da Basell con l’apertura della Mobilità”.
“Tali condizioni – spiegano le segreterie territoriali dei sindacati di categoria – per la prima volta richieste e sostenute esplicitamente dall’impresa, rappresentano elementi strutturali che possono portare più produttività al sistema del sito Lbasell e per le imprese coinsediate nel petrolchimico. Esse dovrebbero evidenziare con forza il fatto che per fare sistema a vantaggio del nostro territorio si deve convincere chi detiene le risorse indispensabili per fare industria a favorire i siti virtuosi per sostenere eventuali investimenti”. I sindacati intendono quindi lavorare affinché l’azienda, che è ritenuta impresa “assolutamente non in crisi”, adotti un atteggiamento diverso da quello tenuto a Terni, realtà in cui, “oltre a lasciare sulla strada persone senza lavoro, si sono precluse eventuali soluzioni imprenditoriali aggiuntive basate su sinergie di territorio o di sito”.
Un tema assolutamente da affrontare, quest’ultimo, “tenendo insieme le competenze e le strutture che, ancor oggi, stanno producendo risultati: a partire dai lavoratori che, pur con contratto a termine, hanno garantito insieme agli altri lavoratori, la marcia delle strutture di ricerca e produzione determinando conseguentemente lavoro a valle per altri settori di attività”. Se il Tavolo Regionale ha prodotto un risultato, la richiesta a Lbasell è quella “di essere coerente con quanto sottoscritto e di evitare un atto (la scadenza dei CaT) che certificherà con la fermata di un impianto Pilota e l’apertura del percorso di ristrutturazione”. “Se Basell – concludono i sindacati – come ha dichiarato a Bologna, considera “contrattabili” gli elementi della ristrutturazione (50 posizioni tra tempi determinati, dirigenti e posizioni non coperte, più 55 contratti a tempo indeterminato) parta da ora: sia disponibile a mantenere in fabbrica questi lavoratori mentre si ragiona delle modalità della ristrutturazione”.
In questo senso la Rsu ha richiesto un incontro immediato alla direzione. L’intenzione è di “combattere questo processo che con la penalizzazione di posti di lavoro temporanei e fermata di attività, giustificherà di fatto l’apertura della procedura dei licenziamenti”.
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