di Daniele Oppo
Hera rinuncia alla centrale geotermica di Pontegradella e, in accordo con l’amministrazione comunale, ha già individuato un’alternativa nella zona nord-est della città: alla fine di via Gramicia, di fianco al depuratore e dove sorge il vecchio inceneritore.
Il nuovo sito sarà dunque situato in un’area industriale, lontano dalle abitazioni e Hera si prenderà carico, se il progetto dovesse trovare effettiva realizzazione- anche della distruzione dell’inceneritore la cui costruzione risale al 1975.
“Dal nostro punto di vista -afferma il sindaco Tiziano Tagliani nella conferenza stampa indetta presso la Sala consiliare della residenza municipale- è una soluzione più soddisfacente e il lavoro del comitato dei cittadini ci aiutato a compiere questi passi. Questo è un progetto di carattere strategico -prosegue il sindaco- perché aiuta a migliorare la qualità ambientale di una città che ha problemi legati alle micro-polveri e alle attività inquinanti degli anni Sessanta e Settanta, inoltre la nuova collocazione migliora anche l’impatto sulla viabilità che i lavori avrebbero”.
“Dopo che la riunione tecnica del 12 marzo presso la Regione ha escluso problematiche generali di carattere sismico, o legate alle emissioni nell’atmosfera e alle emissioni sonore, abbiamo chiesto comunque a Hera di fare un passo indietro e modificare la dislocazione dell’impianto -afferma ancora Tagliani-; gli abbiamo chiesto un ulteriore sforzo, anche economico, per spostare il progetto in un contesto industriale e non agricolo o vicino alle abitazioni”.
“Prevediamo un investimento di 50milioni di euro -conferma Maurizio Chiarini, amministratore delegato di Hera- con tempi di ritorno molto lunghi, ma pensiamo che questo progetto sia un fiore all’occhiello per la città e per l’azienda. È il più importante investimento nel campo delle energie rinnovabili che l’azienda farà”.
Secondo i dati diffusi dall’azienda, con l’attivazione del nuovo Polo delle energie rinnovabili Hera potrà servire il 40% degli appartamenti cittadini allacciati alla rete di teleriscaldamento, producendo 289 giga watt all’ora di energia termica (197 dalla centrale di Cassana e 92 da quella in via di progettazione), di cui il 91% prodotto tramite energie rinnovabili e di recupero: geotermia, solare termico e termovalorizzazione. A proposito della termovalorizzazione, Tagliani previene future critiche: “la nuova fonte ridurrà la dipendenza dall’inceneritore la cui quota di energia fornita al sistema passerà dal 42% al 33%”.
Si dovrà dunque ricominciare da capo con le attività istruttorie e valutare altre eventuali obiezioni della cittadinanza: “questo progetto è nato e sviluppato in totale sintonia con l’amministrazione -continua Chiarini- e non c’è stata né ci sarà alcuna forzatura nel percorso autorizzativo. Per queste opere è indispensabile la massima trasparenza anche perché così il progetto ha più possibilità di essere realizzato e di essere condiviso dalla cittadinanza. È importante -sostiene ancora l’amministratore delegato di Hera- che tutta la città percepisca i vantaggi sia di tipo ambientale che economici”.
Pontegradella continua ad essere, secondo Chiarini e secondo l’ingegnere dell’azienda Fausto Ferraresi, “il sito ottimale, scelto non a caso ma in base allo studio effettuato dall’Università di Ferrara e dalla Regione” ma la nuova collocazione, aggiunge l’a.d. Hera “è la location alternativa migliore, con una viabilità migliore ma forse più costosa per il raggiungimento delle falde geotermiche”.
Soddisfazione, infine, è stata espressa dall’assessore comunale all’ambiente Rossella Zadro: “questa scelta può fare di Ferrara una città che punta sull’innovazione e sull’avanguardia per il miglioramento della qualità dell’ambiente e della vita”.
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