Presunti concorsi truccati a Firenze, prosciolta Calamai
Prosciolta anche l'ex direttrice delle Aziende Sanitarie Ferraresi Monica Calamai, insieme ad altri sei imputati, al termine dell'udienza preliminare su presunti concorsi truccati a Firenze
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Donatella Zucchi ha confessato subito davanti al magistrato di essere stata lei a uccidere il marito. Qualcuno però potrebbe averla aiutata nelle fasi immediatamente successive all’omicidio del 48enne Vincenzo Brunaldi. Gli inquirenti non confermano questo sospetto, ma gli indizi che fanno propendere verso questa ipotesi – ovviamente tutta da verificare essendo ancora al vaglio della procura – non mancano. La donna, 43 anni, soffriva di dolori alla schiena, tanto da rimanere a casa dal lavoro negli ultimi tempi. Poteva da sola spostare il corpo esanime del marito, di costituzione robusta, da una stanza all’altra, metterlo in un sacco dell’immondizia, scendere le scale con il materasso intriso di sangue e trasportarlo in fondo alla via per un centinaio di metri?
Domande alle quali dal questore Luigi Mauriello, che nel pomeriggio di ieri ha indetto una conferenza stampa per aggiornare sulla vicenda, risponde con un secco “no comment”. Mauriello conferma però che qualcuno sapeva cosa fosse successo. “Questa mattina (ieri, ndr) ci è giunta una segnalazione sulla quale stiamo facendo approfondimenti; una voce al telefono ha detto che c’era in via Favero una persona morta e che ad ucciderla era stata la moglie”. Si saprà in seguito che a telefonare è stata un’amica alla quale la presunta omicida aveva confessato quanto successo. Al momento della conferenza stampa, alle 16.30, Donatella Zucchi – ora in stato di fermo per omicidio –, assistita dall’avvocato Eugenio Gallerani, era ancora sotto interrogatorio da parte della pm Mariaemanuela Guerra. Contemporaneamente in questura gli investigatori della squadra mobile stavano sentendo a sommarie informazioni un’altra persona “che potrebbe sapere qualcosa sul fatto”, fa sapere Mauriello.
Proseguono anche gli esami della scientifica, che per quattro ore ha analizzato l’appartamento, il garage, gli oggetti rinvenuti all’interno della casa al terzo piano del civico 44 di via Mafalda Favero. All’esame degli esperti è in particolare la posizione del corpo, rinvenuto all’interno di un grande sacco dell’immondizia.
Sembra infatti che il cadavere sia stato spostato. L’omicidio dovrebbe essere avvenuto in camera da letto, con un colpo alla nuca. Il proiettile ha trapassato il materasso (rimasto macchiato di sangue e rinvenuto dalla Polizia di Stato nel cassonetto), cosa che lascia presumere che in quel momento la vittima fosse distesa a letto. La pistola utilizzata – una Tanfoglio modello 92 calibro 9, tipica arma sportiva – era regolarmente denunciata. La donna si esercitava presso il poligono per uso sportivo. La relativa autorizzazione era stata rilasciata nel 2009.
Quanto all’ora del decesso, infine, “il fatto molto probabilmente è avvenuto ieri mattina”. “Ora le indagini – aggiunge il questore – cercano di appurare se é stata lei da sola a fare tutto”. Intanto altri indizi fanno pensare a un tentativo di sbarazzarsi del corpo. Nel garage, dentro l’auto della donna, una Renault Twingo di colore grigio, sono stati trovati un telo di nylon, sacchi del pattume e taniche di benzina.
Da quanto si apprende la coppia, che non aveva figli, stava per separarsi.
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