Cronaca
24 Gennaio 2013
In aula cerca di difendere il compagno dall’accusa di violenza sessuale

“Mi prostituii per far operare mia figlia la cuore”

di Marco Zavagli | 1 min

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prostitute“Mi prostituii per far operare mia figlia la cuore”. Rompe in singhiozzi mentre spiega ai giudici perché da settembre 2009 ad aprile 2011 la notte la passava lungo via San Giacomo, vicino alla stazione di Ferrara. Lei è una donna rumena di 26 anni, chiamata a testimoniare nel processo che vede il convivente, Petru Voda, connazionale di 48 anni residente a Ferrara, imputato di violenza sessuale.

Voda era già stato condannato nel maggio scorso a un anno e mezzo per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione nei confronti della compagna (vai all’articolo) e ora è chiamato a rispondere per un fatto avvenuto nel maggio 2011 a Pontelagoscuro. All’epoca l’imputato e la compagna erano andati a casa di una connazionale e, approfittando dell’assenza del marito, aveva cercato di indurla a prostituirsi per lui ma, dopo un deciso rifiuto, ha tentato di abusare di lei con violenza. “Dovevamo restituire una carriola e un trapano”, cerca di difenderlo timidamente la convivente. “Il litigio era iniziato per quel motivo”. Un litigio secondo la donna, un tentativo di stupro secondo l’accusa, sostenuta dalla pm Patrizia Castaldini, durante il quale la moglie cercava di coprire le urla della vittima con altri rumori.

Il processo continuerà a fine marzo con le richieste delle parti.

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