Cronaca
20 Gennaio 2013
Italia Nostra, direttivo rinnovato e nuovi appuntamenti per Ferrara

Ricomposti i frammenti della ‘Vergine del sisma’

di Redazione | 4 min

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admin-ajax.phpdi Daniele Oppo

L’inizio del 2013 non è stato quello sperato per i soci ferraresi dell’associazione Italia Nostra, riunitisi nella sala dell’Arengo del palazzo municipale per l’assemblea generale. L’architetto Andrea Malacarne, vicepresidente dell’associazione, ha dato subito la notizia che Chiara Toschi Cavaliere, presidente uscente e volto arcinoto del panorama culturale estense, è stata colpita da un ictus qualche giorno fa. A lei tutta l’assemblea ha rivolto i suoi saluti e i migliori auguri e, alla fine, nonostante avesse in precedenza espresso la sua volontà contraria alla rielezione nel direttivo, i soci l’hanno comunque reinserita.

Tanti i temi trattati e su cui l’associazione si è mostrata pronta ad intervenire. Ovviamente, il terremoto non poteva non essere materia di discussione. Di forte impatto l’osservazione, che suona come una denuncia espressa in termini generici ma con disponibilità ad approfondire e circostanziare almeno alcuni fatti,  di Daniele Malucelli: “da quando la Protezione civile ha preso in mano la situazione c’è stato un proliferare di dichiarazioni di inagibilità e in molti casi gli edifici dichiarati inagibili a causa del terremoto lo erano già da prima, anche edifici pubblici. Questo genererà una non corretta ripartizione dei fondi per la ricostruzione”.

Sempre in tema terremoto, il geologo Marco Bondesan ha ricordato ai presenti qualcosa che tutti i ferraresi dovrebbero tenere a mente: “non possiamo dire ‘abbiamo già dato’, le probabilità che anche qui avvenga ciò che è successo a San Felice sul Panaro sono alte e sono uguali a quelle di tre anni fa”. Da qui l’invito a rivedere le abitudini di edificazione che negli ultimi tempi ha portato ad avere “edifici sempre più pesanti” in un area, quella ferrarese, dove si è costruito più in alto possibile, su terreni sabbiosi e dove l’acqua dei pozzi fosse migliore, accorgimenti che però si pagano in termini di sensibilità del terreno, e dunque degli edifici, alle scosse sismiche: “per questo, quando si parla di ricostruzione, bisogna stare attenti a dire ‘dov’era e com’era’, perché è si possibile ma è una sfida enorme per la sicurezza”.

Proprio in tema di ricostruzione è stata mostrato lo stato dei lavori di recupero della statua della madonna di Andrea Ferreri precipitata dalla facciata della chiesa di Santa Maria in Vado a causa della scossa del 20 maggio. I lavori, promossi da Chiara Toschi Cavaliere, curati da Ilaria Cavallari su iniziativa dell’artista Maurizio Camerani e in gran parte finanziati grazie alla collaborazione della casa d’ aste londinese Christie’s, sono quasi giunti al termine e i frammenti della ‘Vergine con bambino’ sono stati riassemblati. “La sua ricollocazione- ha spiegato Malacarne-  dato il peso della statua e l’altezza della sede originaria, non potrà più essere quello della facciata della chiesa”.

In apertura, l’assessore comunale Aldo Modonesi aveva illustrato i progetti per lavori di restauro delle mura, un lavoro che Paolo Ravenna -la cui presenza morale ha fatto da filo conduttore per buona parte del dibattito-, come ricordato da Malacarne, aveva a cuore, avendo raccolto per anni una sterminata documentazione sfociata poi in una mostra nella chiesa di San Romano nel 1983 che da Ferrara partì per far conoscere le peculiarità e l’importanza dell’architettura estense in tutto il mondo. “I lavori sulle mura sono uno dei progetti più lungimiranti che questa città si sia data” ha detto Modonesi, che poi ha illustrato il ‘programma organico di interventi di manutenzione straordinaria’ elaborato dal Comune, con particolare enfasi sul reperimento dei fondi, in parte dall’8×1000 e in parte da fondi regionali, statali ed europei, per il consolidamento di alcuni tratti delle mura e in alcuni casi per il loro rinnovamento (ad esempio in Porta d’amore, zona dei Bagni ducali, Baluardo di San Giorgio).

Ad entrare nel dibattito anche la complessa situazione del Parco del delta del Po, altra intuizione di Paolo Ravenna, con l’intervento di Lucilla Previati che ha descritto la difficile situazione nell’equilibrio amministrativo (mancano ancora alcuni organi previsti dalla legge come ad esempio la consulta) portata, come sottolineato anche in un intervento a margine del deputato Pd Alessandro Bratti, da un eccessivo localismo (ad esempio con Comacchio che rivendica più peso e la Provincia di Ravenna che vuole uscire) e da una politica che non offre strumenti e supporto idonei. In questo quadro complessivo si è arrivati a fine 2012 senza che venisse approvato alcun regolamento per l’ente di gestione e con una scadenza importante per il 2013 dove si dovrebbero ideare i progetti per accedere ai fondi europei 2014-2020.

Infine, è stato approvato il conto preventivo per il 2013 ed è stato eletto il nuovo consiglio direttivo composto da 9 membri, i cui nomi, quasi definitivi, sono: Marco Bondesan, Martina Bonora, Costanza Cavicchi, Carlo Cesari, Mattia Lanzoni, Andrea Malacarne, Francesco Monaldi, Anna Quarzi e Aniello Zamboni.

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