di Martin Miraglia
Pilastri. Oltre 200 persone hanno assistito stamani all’inaugurazione della nuova scuola elementare di Pilastri, frazione di Bondeno, dopo che quest’ultima è stata abbattuta a causa dei danni che aveva riportato per via del sisma di maggio.
La nuova struttura, costata 295mila euro, che da lunedì ospiterà una quarantina di bambini, è la prima dotata di certificazione antisismica presente nel territorio comunale, ed è frutto della collaborazione tra il Comune e la soprintendenza archeologica. La scuola infatti sorge su un terreno di rilevanza archeologica, già oggetto nei decenni passati a scavi esplorativi, che è il più grande sito archeologico della pianura padana per quanto riguarda l’età del bronzo. Proprio per questo la scuola inaugurata oggi è solo temporanea e dovrà essere rimossa entro 25 anni.
Durante la cerimonia di inaugurazione Alan Fabbri ha poi raccontato le tribolazioni necessarie per costruire l’edificio: “Oltre ai vincoli di carattere archeologico, la gara d’appalto è stata vinta da un’impresa che si è poi rifiutata di svolgere i lavori, e questo ha causato qualche ritardo”. Subito dopo il sindaco dà anche qualche numero sull’emergenza abitativa che ancora grava sul comune bondenese “che è uno dei più colpiti dal sisma”: “Siamo il quinto comune del cratere per quanto riguarda il numero di danni – spiega il primo cittadino -: abbiamo 1722 edifici dichiarati inagibili, e tra questi vi sono anche molti edifici pubblici; di 22 chiese solo due sono agibili; ben 1474 persone – quasi il 10% della popolazione comunale – è interessata dalle inagibilità, 111 persone sono ancora ospitate negli alberghi e oltre 300 invece ricevono il Cas”.
La presidente della Provincia Marcella Zappaterra ha poi confermato che “per quanto riguarda la provincia di Ferrara, con quella di Pilastri sono finiti i problemi con le scuole”. “Il terremoto – ha poi proseguito la Zappaterra -, ci ha fatto riscoprire il valore della solidarietà. Siamo stati capaci di reagire, e abbiamo dimostrato all’Italia e all’Europa che c’è un pezzo d’Italia che funziona, e se questo Paese fosse governato come abbiamo fatto noi durante il terremoto avremmo sicuramente meno difficoltà”. “Ci sono moltissime cose ancora da fare – ammette comunque la presidentessa -, ma l’obiettivo è quello di ricostruire tutto in qualche anno: la macchina della ricostruzione si è messa in moto con L’Aquila come monito”.
L’assessore regionale Patrizio Bianchi ha ricordato che “nei giorni seguenti al terremoto abbiamo svolto un’attenta verifica e la situazione in Regione, per le nostre scuole, pareva davvero brutta: con centinaia di edifici scolastici danneggiati. Abbiamo deciso di mettere tra le priorità proprio le scuole, per dare un segnale”.
Valentino Nizzo, come funzionario della Soprintendenza, ha seguito dall’inizio l’intera vicenda: “situazioni come quella determinatasi con il terremoto, voglio dire anche confrontarsi con la memoria: il ché significa confrontarsi con i volti di quei bambini raffigurati nella mostra fotografica che abbiamo visto, che hanno frequentato quella scuola che non è più, ma che rappresentava un simbolo. Come funzionario mi trovo quotidianamente a confrontarmi con una memoria che non è in superficie e non si identifica con un volto, ma con un reperto che ci ricorda una storia molto difficile da ricostruire. I pannelli che saranno esposti nella scuola aiuteranno perciò i bambini a studiare la storia di questo luogo”.
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