Alessandro Bratti e Teresa Bertuzzi verso la riconferma. Così come Dario Franceschini in quota nazionale. La grande esclusa sarà Marcella Zappaterra, che mancherà l’appuntamento con la corsa al senato. Dalla direzione nazionale del Pd di lunedì sera sono uscite le regole che – salvo miracoli – precludono alla presidente della Provincia la possibilità di giocarsi le proprie carte per Palazzo Madama.

Alle primarie dei democratici di Ferrara, però, non saranno solo i parlamentari uscenti a presentarsi. A correre ci saranno anche dei sindaci e una presidente della circoscrizione. Quest’ultima è Paola Boldrini, alla guida della circoscrizione 3, che si fa forte del sostegno dei colleghi Girolamo Calò e Pietro Turri. La sua, però, entusiasmo a parte, pare essere una candidatura bandiera.

Non che abbiamo molte speranze nemmeno gli altri possibili contendenti. A partire da chi, nel Delta, sta muovendo un po’ di acque per capire quali sono le carte in gioco. Dal Basso Ferrarese potrebbe spuntare infatti il nome di Giancarlo Malacarne, sindaco di Massafiscaglia. Oppure quello di Lorenzo Marchesini, primo cittadino di Mesola.

Se è vero che entrambi, dicono i bene informati, nutrono qualche ambizione, è anche vero che uno dei due si dovrà far da parte per sostenere l’altro alle primarie. Troppi due rappresentanti del Delta. A maggior ragione se tutto il Copparese è pronto a sostenere la Bertuzzi. Ai nomi di Malacarne e Marchesini si potrebbe aggiungere – senza troppa convinzione – quello di Marco Roverati, di Migliaro.

Dall’altra parte della provincia chi vorrebbe farsi sotto è Paolo Pavani, sindaco di Poggio Renatico, anche lui al secondo mandato. Come il collega di Mesola, però, Pavani deve chiedere la deroga alla direzione nazionale perché i loro comuni hanno più di 5mila abitanti. La deroga va chiesta entro questa sera. Il vaglio dell’organo competente avverrà entro il 20.

Una volta chiesta e ottenuta la deroga i candidati dovranno raccogliere il 5% delle firme degli iscritti al partito a livello provinciale (vale a dire dalle 350 firme) entro venerdì. Tempi strettissimi e modalità che tagliano fuori Marcella Zappaterra.

A motivare la rinuncia contribuisce anche il congelamento della riforma delle province, che rimarranno ‘intatte’ per almeno un altro anno. Con tanto di deleghe e funzioni attuali.

Per il 30 dicembre non avranno invece bisogno di alcuna raccolta i parlamentari uscenti, ammessi automaticamente alle primarie. In fase di votazione, poi è prevista la doppia preferenza di genere. Un uomo e una donna. E se si considera che con il binomio B&B vengono rappresentati sia la città che il forese, è difficile immaginare qualche sorpresa alle urne per i due posti in palio.