Politica
27 Dicembre 2012
A causa del ritardo del Comune si attendono ancora i contributi per l'autonoma sistemazione

Cas, beffa per i ferraresi terremotati

di Ruggero Veronese | 4 min

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I cittadini di Ferrara sono ancora in attesa dei soldi del Cas, il contributo per autonoma sistemazione che spetta agli abitanti delle case rese inagibili dal terremoto di maggio. Un caso unico tra tutti i comuni colpiti dal sisma e che la Protezione Civile dell’Emilia Romagna imputa al ritardo con cui il Comune di Ferrara ha provveduto a inoltrare i moduli riepilogativi, la cui consegna, inizialmente prevista nel mese di luglio, era stata posticipata per tutti i Comuni fino ad agosto, ma che nel caso della città Estense è slittata fino al mese di ottobre.

Il Cas è una delle opzioni, assieme all’accoglienza nelle strutture provvisorie, che i cittadini colpiti potevano scegliere all’indomani del terremoto. Si tratta di un contributo di 100 euro mensili per ogni membro del nucleo familiare (con alcune variazioni per determinate fasce di età o in caso di un nucleo di una sola unità) erogato indirettamente dallo Stato. Alla Regione infatti spettava il compito di anticipare i fondi da liquidare ai singoli Comuni, ma per farlo aveva bisogno di quantificare la somma da rilasciare per ogni municipalità. Il ruolo delle amministrazioni comunali era quindi quello di agevolare questo processo raccogliendo sul proprio territorio tutte le richieste dei privati, per descrivere i vari nuclei familiari e certificare l’inagibilità delle abitazione. In base a quei dati poi la giunta regionale doveva predisporre la relativa delibera. Una procedura svolta senza troppi problemi da tutti i Comuni interessati dal sisma, tranne uno: Ferrara.

“Siamo stati costretti a fare un giro assurdo – allarga le braccia Silvana Guerra, addetta alla consulenza giuridica e al coordinamento amministrativo della protezione civile regionale –. Con la prima determinazione è stata fatta una delibera della giunta regionale con la somma da anticipare, circa 10 milioni di euro, allegando la lista dei Comuni che avevano fornito i dati necessari. Quando Ferrara ci ha inviato l’elenco a ottobre abbiamo dovuto procedere con un’altra delibera a parte, solo e unicamente per la vostra città, e poi aspettare che venisse formalmente adottata”. Il risultato è che solo a fine novembre, con la delibera n. 1773 del 26/11, la giunta regionale ha potuto dare il via alla procedura di liquidazione dei contributi Cas al Comune di Ferrara. Cosa formalmente avvenuta con atto del 7 dicembre. “Preso atto – si legge nella determinazione 1043 – che il Comune di Ferrara ha trasmesso all’Agenzia regionale di protezione civile solo nel mese di ottobre 2012 l’elenco riepilogativo dei contributi per l’autonoma sistemazione per il periodo decorrente dagli eventi sismici fino al 31 luglio 2012, […] si determina di  assegnare  e  liquidare  al  Comune  di  Ferrara la  somma complessiva di € 73.934,03” (leggi la delibera).

I ferraresi interessati quindi sono stati svantaggiati rispetto a tutti gli abitanti degli altri comuni terremotati. Cosa è accaduto? “Noi interloquivamo con le amministrazioni – spiega ancora la Guerra –  tramite le strutture di coordinamento provinciali. Non so quindi se ci sia stato un disguido e a quel livello. Quello che posso dire è che la direttiva risale a giugno”. La dirigente della protezione civile fornisce anche qualche dettaglio in più della vicenda, spiegando che a causa della complessità dei conteggi, che in estate erano ancora in corso in gran parte delle zone terremotate, molti altri Comuni non hanno potuto evitare un certo ritardo nella consegna e alcune successive variazioni, “ma comunque senza andare oltre la prima metà di agosto”, come conferma anche la nota n. 750 della protezione civile, datata 26 settembre.

Va sottolineato che il ritardo del Comune di Ferrara è limitato ai contributi relativi al primo trimestre dopo il sisma, da maggio a giugno, mentre sono state già liquidate le cifre relative al Ncas, il nuovo contributo per autonoma sistemazione. Ma le cifre che spettano per i primi mesi (dai 600 ai 1800 euro per ogni nucleo familiare) erano pensate per mitigare i disagi nelle fasi critiche dell’emergenza, ed è proprio in quel momento che sono mancate. L’amministrazione comunale, al corrente della situazione da giovedì 13, giorno in cui una lettrice di Estense.com segnalò per la prima volta la vicende con una lettera aperta al sindaco (LEGGI LA LETTERA), una settimana dopo ci ha fornito una risposta ufficiale per l’accaduto. Nella versione del Comune l’istruttoria per i contributi sarebbe stata ultimata il 7 agosto, ma “è stato necessario – si legge – apportare delle modifiche alla stessa per diverse volte” a causa di alcuni difetti di forma nella compilazione dei moduli e di successivi provvedimenti regionali (LEGGI LA RISPOSTA). Inoltre, Ferrara, secondo la dirigente dell’amministrazione municipale, non rientrava tra i Comuni destinatari di “note chiarificatrici” del 24 ottobre, ricevute solo in seguito, il 9 novembre.

“La maggior parte dei Comuni, se non tutti, – riepiloga con pazienza la Guerra – prima di arrivare alle liquidazioni ci ha inviato in tempo per settembre gli elenchi provvisori, grazie ai quali si poteva ragionare insieme e dare chiarimenti per accelerare i tempi, ma nel caso di Ferrara l’elenco è arrivato solo in ottobre. Se fossero stati rispettati i tempi avremmo fatto in tempo a liquidare i contributi assieme agli altri Comuni. E, in ogni caso, il sindaco avrebbe dovuto mandare a settembre almeno una comunicazione formale per metterci a conoscenza del ritardo”.

Cosa a quanto risulta, purtroppo per i ferraresi che sono riusciti a trovare una autonoma sistemazione a spese proprie, non avvenuta.

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