Politica
17 Dicembre 2012
Tavolazzi: “Il sindaco revochi il contratto come chiediamo dal 2010”

Illuminazione pubblica, con Hera paghiamo 2 mln in più

di Marco Zavagli | 3 min

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Cambiando il fornitore dell’illuminazione pubblica i ferraresi potrebbero risparmiare quasi due milioni di euro in un anno. È la possibilità che viene fornita al Comune dalla “spendig review” (al secolo legge 135 /2012), che ha convertito in legge il decreto 95 emanato dal governo Monti lo scorso luglio in materia di riduzione della spesa pubblica.

Si potrebbe profilare così la possibilità di mettere mano in questo modo al contratto stipulato con Hera per la pubblica illuminazione, visto che ora è in capo ai Comuni la facoltà di recedere dai contratti nei quali il fornitore non consenta la riduzione del prezzo. Una riduzione in questo senso (sconto di 550mila euro sui costi di fornitura e 2 miliardi e mezzo di investimenti di cui Hera si è fatta carico) l’amministrazione comunale la ottenne nel 2010 (vai all’articolo). Ma, dati alla mano, la rescissione del contratto in favore di un altro fornitore, rimanendo così le cose, potrebbe essere vantaggiosa per le casse pubbliche.

Se la pubblica illuminazione venisse affidata a Enel Sole Srl, che è l’azienda individuata con gara da Consip Spa su incarico del governo, il contratto costerebbe ai ferraresi 6 milioni di euro, contro i 7,8 previsti per il 2013 dal contratto Hera. Il Comune, come previsto dalla legge, aveva comunicato a Hera la volontà di procedere alla verifica di convenienza economica e di adeguamento contrattuale, ma si sentì rispondere dall’azienda – dopo una consulenza ad hoc commissionata da Via Diana – che la norma era inapplicabile a quel servizio. Eppure l’ufficio legale del Comune è di parere opposto e ritiene invece legittimo il recesso.

È quanto emerge da un accesso agli atti di Progetto per Ferrara, che ora può rivendicare il fatto di chiedere da anni la risoluzione di quel contratto.

“Tagliani revochi immediatamente il contratto a Hera – tuona ora Valentino Tavolazzi -, visto che Ppf dal febbraio 2010 si batte in consiglio comunale per ridurre il costo abnorme del contratto di pubblica illuminazione Hera. Pd ed alleati hanno sempre respinto le risoluzioni presentate da Ppf per impegnare il sindaco e la giunta a rinegoziare il corrispettivo pagato a Hera. La prima volta nel febbraio 2010 (voto favorevole di Io Amo Ferrara, astenuti Prc/Pdci, Lega e Pdl), la seconda nel marzo 2011 (voto favorevole di tutti i gruppi di opposizione, astenuto Prc/Pdci)”. Il costo del contratto Hera, per il 2013, è previsto in 7,8 milioni, di cui 0,9 per conguaglio 2012, a seguito del forte aumento dei prezzi di acquisto dell’energia (+24,4% nel 2012). Nel 2011 il Comune aveva preventivato 4,5 milioni di euro, stessa cifra nel 2010, mentre nel 2009 aveva stanziato 5,7 milioni”.

Va detto che il sindaco aveva in più occasioni espresso perplessità sul contenuto economico del contratto finito nell’occhio del ciclone, “ma come é accaduto anche per il derivato Dexia – punzecchia velenoso Tavolazzi -, annullato con atto unilaterale solo dopo l’esposto Ppf/Lega alla Corte dei Conti, ben poco è stato fatto per ridurre l’emorragia da pubblica illuminazione. In entrambi i casi Tagliani ha agito fuori tempo massimo, buttando dalla finestra milioni di euro”.

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