
Filippo MIlazzo e Stefania Guidi Colombi
Hanno evitato l’ergastolo, ma sconteranno comunque venti anni di reclusione Stefania Guidi Colombi, ex nuora dell’anziana vittima e il compagno Filippo Milazzo, colpevoli secondo il giudice Monica Bighetti dell’omicidio volontario di Rina Guidi, l’anziana di 77 anni uccisa dopo una rapina in casa la notte tra il 12 e il 13 settembre del 2011.
Per il terzo imputato, il giovane Luigi Milazzo, figlio di Filippo (difeso dall’avvocato Alex De Anna), per il quale il pm Barbara Cavallo aveva chiesto 18 anni e 8 mesi, sarà tutto da rifare. Il gup ha rinviato gli atti alla procura per riformulare il capo di imputazione come “concorrente anomalo” nell’omicidio. L’ordinanza di rinvio è stata inserito nel dispositivo della sentenza di condanna.

Luigi Milazzo
Una condanna che soddisfa le difese (gli avvocati Alessandra Palma per Guidi Colombi e Saverio Stano per Filippo Milazzo che avevano chiesto e ottenuto il rito abbreviato con udienza in camera di consiglio), dal momento che la pubblica accusa aveva chiesto il carcere a vita. “La nostra linea – commenta l’avvocato Saverio Stano – è stata accolta su tutti i fronti; abbiamo sempre sostenuto infatti che la morte della povera signora era da iscrivere a omicidio preterintenzionale, che non c’era cioè la volontà di uccidere”.
Le motivazioni della sentenza verranno depositate tra 45 giorni. Intanto la difesa di Filippo Milazzo annuncia già appello, per derubricare l’omicidio da volontario in preterintenzionale.
Il fatto di sangue sconvolse il paese di Porto Garibaldi. Quella notte qualcuno entrò furtivamente nella casa dell’anziana nella casa di via Cacciatori delle Alpi, al civico 23. I ladri forzarono la porta d’ingresso e andarono dritto verso la stanza da letto. Conoscevano bene l’appartamento che avevano deciso di svaligiare. La proprietaria di casa, Rina Guidi, 77 anni, era stata la suocera di una di loro. Entrarono con i volti coperti da due maschere di carnevale e da un cappuccio.

La vittima, Rina Guidi
Lei, l’ex nuora, Stefania Guidi Colombi, 43 anni, colse nel sonno la sua vittima. Dapprima le spruzzò dello spray urticante sugli occhi, così da rendere impossibile il suo riconoscimento. Poi si mise sopra di lei immobilizzandola, mettendole una mano davanti alla bocca per impedirle di gridare. Intanto il suo compagno, Filippo Milazzo, 54 anni, la picchiava. L’anziana perse i sensi e loro le applicarono il nastro adesivo sulla bocca, sugli occhi, attorno alle caviglie, alla testa e sulla schiena, per legarle i polsi.
Mentre la donna era agonizzante cercarono quindi, con l’aiuto del figlio di Filippo Milazzo, Luigi, 22 anni, le chiavi della cassaforte. Una volta scovato il bottino (8.300 euro in gioielli) pensarono alle proprie quote. Al giovane Luigi spettarono 500 euro. Al padre e alla sua compagna i restanti 7800, ricavati dalla vendita dei preziosi a un mercatino dell’oro (sarà il passo falso che permetterà agli inquirenti di risalire a loro).
Poi fuggirono. In casa rimase la vittima. Che venne trovata morta dal figlio il giorno successivo. Il medico legale riscontrerà lesioni ed ecchimosi al volto, al torace, agli arti. Tanto che probabilmente perse conoscenza per colpa delle percosse. Lo stato in cui fu costretta, poi, inginocchiata per terra con il volto contro il materasso, legata e bendata con il nastro adesivo, le rese difficile – se non impossibile – la respirazione. Rina Guidi morì per “asfissia meccanica acuta in concomitante encefalopatia acuta post-traumatica”: soffocata e tramortita spiega la perizia della procura.
I due figli della vittima si erano costituiti parte civile attraverso l’avvocato Emanuela Bellotti.
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