Liste “blindate” alle politiche per il Movimento 5 Stelle, con regole “calate dall’alto, decise dallo staff con un comunicato politico sul blog”. È la presunta mancanza di confronto e votazioni che denuncia da Ferrara l’ex grillino Valentino Tavolazzi. Che per l’occasione conia la nuova formula elettorale. Dopo il Matarellum e il Porcellum, ecco il “Casaleggium”.
“Un’operazione verticistica – attacca il consigliere comunale della lista Progetto per Ferrara, anch’essa messa la bando da Beppe grillo nello scorso marzo insieme al suo leader -, che vìola l’art. 4 del Non Statuto e che ha escluso i tanti gruppi M5S sul territorio, gli attivisti non candidati e che pare non prevedere possibilità di condivisione e discussione”. A questo si aggiungerebbe l’assenza di “garanzie di controllo e trasparenza sulle operazioni di voto e sui risultati elettorali, gestite dalla Casaleggio ed Associati, che non di rado ha censurato post o commenti nel blog e nel portale”.
Il risultato? “In parlamento andranno i nominati cinque stelle, appartenenti ad una lista chiusa di candidati certificati in precedenti elezioni comunali o regionali. Il gruppo nominato comprende ovviamente anche chi abbia partecipato da capolista a ripetute elezioni comunali e regionali, senza essere mai stato eletto”. E questo nonostante “Grillo abbia più volte promesso che chiunque, dotato dei requisiti previsti dal non statuto, avrebbe potuto candidarsi. Molti territori non potranno presentare liste M5S. Casaleggio ha offerto al Movimento regole preconfezionate da tempo, dopo aver sprecato anni preziosi per la costruzione degli strumenti per la democrazia interna. Ora viene agitato l’alibi del ritardo e si danno quattro giorni per accettare una candidatura al parlamento, graziosamente offerta tramite mail personale a firma dello staff”.
Tra i destinatari della candidatura “c’è anche chi in passato era stato messo in lista per fare numero, ma da anni non partecipa all’attività del M5S e magari sostiene altre formazioni politiche. Costoro potrebbero andare in parlamento a rappresentare il M5S! Siamo tutti sicuri che è ciò per cui abbiamo faticosamente lavorato? È questo il rinnovamento promesso nelle piazze da Beppe?”.
Nuovo movimento con metodi vecchi, insomma, orchestrato dal cofondatore Casaleggio, che “dimostra di voler utilizzare lo ‘spirito’ del Movimento come un prodotto da vendere all’elettorato, per ottenere, al massimo, uno strumento di distruzione della casta e non uno strumento per proporre una nuova, innovativa e democratica politica dal basso”.
“Abbiamo creduto al progetto politico in cui “uno vale uno” – si rammarica Tavolazzi – ed alle promesse di democrazia diretta del non statuto. Abbiamo atteso per anni un portale che consentisse di votare programma e candidati”. Per ritrovarsi invece “in un Movimento che, in nome di uno straordinario risultato elettorale, calpesta i più basilari principi democratici, diramando comunicati politici pensati da una manciata di persone sconosciute. Un Movimento che trascura qualsiasi progetto formativo, che possa elevare le competenze di cittadini ed eletti, che lascia libertà di azione sul territorio, ai limiti dell’anarchia, ma colpisce presunte ingerenze nelle scelte nazionali”.
“Dimostrato che non v’è interesse per lo sviluppo e la crescita del collettivo – chiude il consigliere epurato -, né per la creazione di un programma nazionale adeguato, discusso e condiviso (infatti è congelato da tre anni), neppure per promuovere a livello nazionale consultazione e democrazia diretta per la definizione delle regole che sono di tutti, ed infine che non v’è trasparenza e possibilità di controllo da parte della rete nella gestione delle informazioni relative al portale, qual è l’obiettivo ultimo di Casaleggio?”.
Intanto che si preparano le mosse verso Roma, a Ferrara Tavolazzi annuncia la convocazione della quinta assemblea semestrale di verifica del mandato dei consiglieri regionali (Giovanni Favia e Andrea Defranceschi). Appuntamento il 14 novembre presso Casa Cini, in via Boccacanale di Santo Stefano 26.
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