Cronaca
19 Settembre 2012
Il bambino non verrà chiamato a testimoniare contro madre e convivente

Non ricorderà le sevizie subite

di Marco Zavagli | 2 min

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Li hanno visti sotto i portici della Coop di via Modena. Hanno bloccato l'auto in mezzo al parcheggio e sono scesi di corsa. Erano in tre. Uomini di circa 35 anni. Corrono verso due persone, maschi di circa 25 anni. Uno di questi due capisce subito le intenzioni del gruppo e corre verso il supermercato, rifugiandosi al suo interno

La vittima non è in grado di testimoniare dei maltrattamenti subiti. Di quella mandibola e di quelle costole rotte che gli riscontrarono i medici del Sant’Anna lo scorso febbraio, quando si videro davanti le numerose ferite che quel bimbo di 3 anni portava su tutto il corpo (vai all’articolo).

Per quelle ferite la procura di Ferrara indagò per maltrattamenti e lesioni gravi aggravate la madre, 24 anni, di Torino, e il compagno di lei, 30enne ferrarese con precedenti per reati contro la persona e contro il patrimonio, entrambi residenti a Ferrara dallo scorso ottobre, da quando cioè la donna lo aveva portato via con sé dl Piemonte, sottraendolo al marito con il quale conviveva e al quale il minore era stato affidato.

Ora lei è stata scarcerata, anche se sul suo capo pende il divieto di avvicinamento al figlio, che ora vive col papà ed è seguito da un progetto di supporto psicologico. Lui si trova ancora in carcere all’Arginone.

Ieri si è tenuta l’udienza per l’incidente probatorio nel corso della quale i due periti nominati dal tribunale, le psicologhe Valeria Donati e Anna Maria Gemelli dell’Asl di Modena, hanno illustrato le conclusioni della perizia di oltre 80 pagine depositata a luglio: il bambino non è in grado di testimoniare. Troppo giovane e troppo provato da quanto passato, tanto che ancor oggi presenterebbe alcuni problemi nell’esprimersi.

Il gip ha rinviato quindi il fascicolo alla pm Barbara Cavallo, che a giorni dovrebbe chiudere le indagini (stanno scadendo anche i termini di custodia cautelare per il convivente) e decidere se avanzare la richiesta di rinvio a giudizio.

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