Cronaca
5 Agosto 2012
L’arrivederci a Ferrara del colonnello Bernabei

“Io l’amo questa città”

di Marco Zavagli | 3 min

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Li hanno visti sotto i portici della Coop di via Modena. Hanno bloccato l'auto in mezzo al parcheggio e sono scesi di corsa. Erano in tre. Uomini di circa 35 anni. Corrono verso due persone, maschi di circa 25 anni. Uno di questi due capisce subito le intenzioni del gruppo e corre verso il supermercato, rifugiandosi al suo interno

 “Fu un impatto duro. Era la prima città dove non avevo il mare”. E per uno nato a Pescara e abituato ai tuffi e alla vela sembrò quasi una punizione. Era il 4 settembre del 2004. Il tenente colonnello Fulvio Bernabei, allora comandante del nucleo di polizia tributaria, arrivò a Ferrara. Non sapeva ancora che otto anni più tardi – giunto il momento di un nuovo trasferimento, servirà lo Stato e il corpo delle Fiamme Gialle a Pordenone – quella città senza mare diventerà la sua città d’elezione.

Lascia Ferrara ma non del tutto Bernabei. “Qui in città rimarranno mia moglie e i miei due figli, io tornerò appena avrò un weekend libero”. E se pensa a quel duro impatto di otto anni prima, gli viene da sorridere: “Mai errore mio fu più evidente; io l’amo questa città”. Non solo, “mi sono innamorato anche della sua bellezza, delle sue mura, dei suoi ferraresi. Ci avete accolto in una maniera spettacolare”.

L’ufficiale nato ad Ancona che a 18 anni decise che la sua strada era la Guardia della Finanza, sa ancora guardare e analizzare con uno sguardo esterno il ferrarese, “che mi ha dimostrato che l’essere un tipo chiuso, algido è un falso mito. Il ferrarese è giustamente attento alle proprie tradizioni, alle convenzioni sociali, alla sua società. Se lo sai rispettare non ti fa mancare nulla. E soprattutto riesce a tenere un equilibrio perfetto tra i punti dove finisce il pubblico e inizia il privato”.

È l’addio, o meglio l’arrivederci di un innamorato alla “sua” città quello che il colonnello vuole dire. Una città incontrata dopo anni in giro per l’Italia. E per il mare.

Laureato in giurisprudenza a Catania e in sicurezza economica e finanziaria a Tor Vergata, è entrato in Finanza nel 1984. Le sue destinazioni sono state Battipaglia, Napoli, Livorno, Catania, Gaeta, Napoli di nuovo, Caltarigone, Catania, Foggia, Ancona e, finalmente, Ferrara.

Di questi anni ricorda in particolare, in ambito professionale, l’operazione Coopcostruttori, che “rappresentò il crollo di un monumento, con migliaia di persone che si aspettavano da noi che emergesse la verità”; le grandi frodi fiscali e un numero impressionante di arresti antidroga: oltre 400.

Rimpianti? “Forse potevo fare qualcosa di più – si schernisce -. Fare il proprio lavoro è il minimo, sei pagato per quello; farlo con passione e amore è qualcosa in più. Non so esattamente dove potevo dare un contributo maggiore, ma la cosa certa è che ho dato tutto me stesso”.

Ora Bernabei attende il 13 agosto, quando partirà per Pordenone, un’altra città senza mare. Al suo posto arriverà Sergio Lancerin, “un collega e un amico che conosco bene, preparatissimo, un finanziere di razza”.

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