Controlli dei carabinieri a Francolino contro i furti in abitazione
Nell’orario serale una pattuglia della Stazione di Porotto e una della Stazione di Baura hanno vigilato la zona al fine di prevenire la commissione di furti in abitazione
Nell’orario serale una pattuglia della Stazione di Porotto e una della Stazione di Baura hanno vigilato la zona al fine di prevenire la commissione di furti in abitazione
Li hanno visti sotto i portici della Coop di via Modena. Hanno bloccato l'auto in mezzo al parcheggio e sono scesi di corsa. Erano in tre. Uomini di circa 35 anni. Corrono verso due persone, maschi di circa 25 anni. Uno di questi due capisce subito le intenzioni del gruppo e corre verso il supermercato, rifugiandosi al suo interno
Avrebbero falsificato, attraverso un commercialista compiacente, le dichiarazioni dei redditi per ottenere il permesso di soggiorno. A processo, per falso materiale o ideologico, 11 cittadini stranieri residenti tra Argenta, Comacchio e Portomaggiore
Prosciolta anche l'ex direttrice delle Aziende Sanitarie Ferraresi Monica Calamai, insieme ad altri sei imputati, al termine dell'udienza preliminare su presunti concorsi truccati a Firenze
La Guardia di Finanza ha sequestrato oltre 30 immobili a due persone residenti ad Argenta che si sarebbero rese responsabili dei reati di autoriciclaggio, impiego di denaro di provenienza illecita e appropriazione indebita
“Donigaglia è stato per tutta la vita il capitano di se stesso e non ha mai scaricato su altri le responsabilità rispetto alle decisioni prese”. Inizia perorando “l’onestà intellettuale mantenuta per tutti gli anni” in cui è stato presidente di Coopcostruttori l’arringa di Cesarina Mitaritonna. L’avvocato di Giovanni Donigaglia parte da un presupposto, “errato”, su cui si fonderebbe l’intero processo per la bancarotta della cooperativa argentana: “la consulenza fatta per tre anni dalla procura senza contraddittorio”.
Una lettura che avrebbe portato a credere falso un bilancio “in realtà veritiero”. A dimostrarlo starebbe l’assenza di profitto per i vertici Coopcostruttori, che il pubblico ministero, “non riuscendo ad ancorarlo ad un dato patrimoniale, lo ha ancorato alla propensione ad una posizione di potere”.
E invece “Donigaglia non ha mai chiesto il potere, quando c’è stato da dimettersi si è dimesso”, sostiene la penalista, che passa all’esame dei punti principali contestati all’ex patron.
A cominciare dal ricorso al credito, necessario perché “lo Stato era sempre quel cattivo pagatore che conosciamo. Il ricorso al credito ė stato un male per tutti coloro che avevano come commissione i lavori pubblici”. E le fatture “non erano inesistenti perché i lavori c’erano e lasciavano presumere i corrispondenti guadagni”. “Ci siamo resi conto – si chiede Mitaritonna – che in questa vicenda del ricorso al credito ci e stato detto che al massimo le fatture che sono risultate forse emesse in modo duplicato sono meno di dieci in dieci anni? Significa che non cera nessuna intenzione di fare ricorso abusivo al credito”.
Viene anche il capitolo relativo alla Spal, per il quale si parla di dissipazione e distrazione. Ma “la decisione dell’acquisizione della società di calcio venne dal’ assemblea dei soci e non dal cda”, mente “lo stesso sindaco di allora, Roberto Soffritti, ha detto che Coopcostruttori fu compulsata perché assumesse quell’impegno nei confronti del territorio”.
Non si può parlare nemmeno di dissipazione, “perché è un concetto legato a quello di irragionevolezza. Coopcostruttori aveva tutto il diritto di effettuare delle partecipazioni nei settori dove l’assemblea riteneva di essere presente”. E l’utilità dell’operazione sarebbe derivata “dalla grande visibilità che lo sponsor offriva a tutto il gruppo”, oltre che “nei casi di licitazione privata, quando l’ente pubblico invitava a partecipare alla gara gli interlocutori che riteneva più idonei”.
Per quanto riguarda poi la distrazione per i rimborsi di quote del capitale sociale e di apc, “il capitale sociale viene restituito al socio che se ne va. È un debito per la cooperativa, che ha un obbligo di restituzione nel momento in cui il socio cessa la qualifica”. dal momento che “manca l’elemento psicologico della volontà di danneggiare i creditori”.
Quanto alle Apc, poi, “non si può parlare di depauperamento del patrimonio sociale, perché la cooperativa acquistava le apc ed era sempre in grado di rivenderle o di ricollocarle”.
Anche per la difesa di Renzo Ricci Maccarini l’intero processo “si basa su una presunzione che posa su un sillogismo: siccome i commissari stimano un disavanzo di 260 milioni di euro e siccome i bilanci di Coopcostruttori negli anni precedenti erano positivi, ergo i bilanci della costruttori non erano veritieri”.
L’avvocato Lorenzo Valgimigli fa notare come gli amministratori, nel considerare le riserve tecniche, “facevano riferimento a quanto veniva riferito loro dall’ufficio legale”, che analizzava le voci “secondo la normativa allora vigente”: “si è sempre cercato di fare le cose ragionate”. Per dimostrare questa ragionevolezza Valgimigli cita una intercettazione registrata dalla Finanza il 6 maggio 2004. Ricci Maccarini parla con Pancaldi sulle modalità di iscrizione delle riserve tenciche. “Non sanno di essere ascoltati – fa notare l’avvocato – e non ragionano certo di un anabolizzante come l’ha chiamato la parte civile. Non avevano certo la consapevolezza di operare manipolazioni di bilancio; anzi, c’e l’assoluta buona fede di seguire un criterio di fondatezza giuridica”. Un criterio che “tutti adoperavano e che a stessa dottrina degli anni ‘90 sosteneva”.
In conclusione, secondo il legale, “la Costruttori era la cooperativa più trasparente che ci fosse, il che stride con l’inganno che viene ipotizzato dalla procura”.
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