Cronaca
8 Marzo 2012
Il comandante provinciale accusato di abuso d’ufficio, mobbing e falso

Vertice dell’Arma indagato

di Marco Zavagli | 2 min

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Si è tenuta ieri pomeriggio nell’aula del gip del tribunale di Ferrara un’udienza molto delicata. Davanti al giudice Silvia Marini sono comparsi gli avvocati di due ufficiali dell’Arma dei carabinieri di Ferrara. Da una parte l’avvocato Erminia Imperio, del foro di Pisa, che assiste la presunta parte offesa, il maresciallo Maria Concetta Rollo (che oggi tra l’altro sarà a processo, sia come parte lesa che come imputata, contro il marito, altro carabiniere- leggi). Dall’altra gli avvocati Marco Linguerri e Antonella Rimondi, difensori della persona indagata, il colonnello Antonio Labianco.

Il comandante provinciale dell’Arma è stato accusato dalla militare di abuso d’ufficio, mobbing e falso. La prima accusa deriva dall’aver trattenuto presso di sé – sempre secondo la marescialla – la pistola d’ordinanza della militare senza un relativo provvedimento di sequestro emesso dalla procura (la pistola venne usata – secondo il marito della Rollo – per puntarla, al termine di una lite famigliare (vai all’articolo), contro il coniuge e minacciarlo).

Il mobbing viene ricondotto dall’accusa privata ad una visita medica di natura psichiatrica cui la Rollo sarebbe stata sottoposta per valutarne l’idoneità al servizio. Il falso, infine, verrebbe addebitato per uno scritto del colonnello in cui si afferma che la pistola era stata consegnata spontaneamente dall’ufficiale.

Il fascicolo venne aperto dalla pm Angela Scorza, ora non più alla procura di Ferrara, e avocato a sé dall’ex procuratore capo Rosario Minna. Passò quindi ad altro pm che chiese l’archiviazione. A quella archiviazione si è opposta l’avvocato Imperio e, dopo l’udienza di ieri, ora il gip si è riservato la decisione, che arriverà nei prossimi giorni.

Dagli avvocati della difesa, interpellati, arriva solo un secco “no comment”.

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