Investito dall’auto dopo il primo giorno di scuola
Stava tornando a casa dopo il primo giorno di scuola, quando - per cause al vaglio degli inquirenti - un'automobile guidata da un operaio che stava andando al lavoro lo ha investito
Stava tornando a casa dopo il primo giorno di scuola, quando - per cause al vaglio degli inquirenti - un'automobile guidata da un operaio che stava andando al lavoro lo ha investito
Era stato arrestato a settembre 2022 dai carabinieri con l'accusa di aver messo a segno due furti con strappo a Pontelagoscuro, ai danni di donne in bicicletta. Lo scorso novembre, per uno di quegli episodi, era già arrivata una prima assoluzione, e ieri (lunedì 15 settembre) il tribunale di Ferrara ha confermato la stessa decisione anche per l'altro fatto
“Io stavo davanti, e lui teneva quello che gli resta del braccio appoggiato alla mia spalla, quando il sentiero era particolarmente accidentato gli dovevo dire dove mettere i piedi poiché nelle sue condizioni anche un gradino di pochi centimetri può farlo cadere a terra..."
La Polizia di Stato di Ferrara ha rapidamente identificato l'autore del diverbio scoppiato all'interno di un esercizio commerciale del centro cittadino, conclusosi con l'utilizzo di una bottiglia
Il filo conduttore è stato chiaro: le donne vivono ancora in una condizione di svantaggio economico, sociale e lavorativo, che si riflette sulla possibilità stessa di costruire una vita autonoma e dignitosa
Riunione dopo l’operazione bomba. Ieri pomeriggio si sono riuniti presso la caserma dei vigili del fuoco di Ferrara il prefetto Provvidenza Raimondo, il capitano Giuseppe Laianca – dell’8° reggimento del genio guastatori “Folgore” di Legnago -, il colonnello Patrizi del 1° comando Fod di Vittorio Veneto, il comandante provinciale dei vigili del fuoco Cristiano Cusin, l’ingegnere capo del comune di Ferrara Capozzi Luca e il delegato provinciale per la protezione civile Nicola Ardizzoni. Assieme hanno spiegato e commentato l’esito della difficile operazione sostenuta per rimuovere e neutralizzare il residuo bellico ritrovato in zona Isola Bianca.
Rispetto ad altri interventi simili, il prefetto Raimondo ha fatto notare come “in questo caso la rimozione dell’ordigno è stata particolarmente complicata. La bomba si trovava in una posizione molto scomoda, inaccessibile. Per organizzare le attività sono state necessarie numerose riunioni di coordinamento”.
Dallo staff confermano di Palazzo Giulio d’Este: “normalmente l’intera operazione riesce a svolgersi nell’arco di due settimane a partire dal ritrovamento, i tempi per questo ordigno si sono allungati: il rinvenimento risale al 25 giugno”. A riguardo il comandante Laianca ha specificato che “nulla succede per caso. I risultati si ottengono solo quando il sistema funziona in modo perfettamente sinergico e coordinato. Abbiamo cercato di mettere in sicurezza il territorio nel minor tempo possibile. A causa dei cicli di innalzamento delle acque non era possibile temporeggiare rispetto la data di intervento ”.
Il trasferimento della bomba, inizialmente pianificato lungo la idrovia ferrarese, ha richiesto l’attuazione di una progettualità alternativa: un imprevisto presso le chiuse del canale Boicelli ha infatti reso obbligatorio il passaggio verso la sponda veneta del fiume.
Il trasferimento si è concluso in mattinata. Nel pomeriggio gli artificieri hanno predisposto l’esplosione. Alle 15 e 38 si è prodotto il brillamento, alle 15 e 43 la verifica finale. “Servono circa 15 kg di esplosivo per neutralizzare un congegno del genere. Nei giorni scorsi abbiamo approntato i mezzi e i materiali – ha aggiunto il comandante Laianca -. Oggi [ieri,ndr] la bomba è stata collocata in una buca profonda 4 metri, è stata allacciata alle cariche di tritolo ed il tutto è stato ricoperto con terra di ricavo e infine innescato. La fase finale di verifica sembra scontata ma non lo è: il capo nucleo deve controllare che sia avvenuto il totale brillamento”.
Testimoniano la complessa gestione dell’intervento la quantità di forze impiegate: sono stati coinvolti 4 artificieri, 15 vigili del fuoco di Ferrara e 10 di Rovigo, 7 agenti della municipale, 6 dipendenti comunali per la protezione civile e 25 volontari, oltre ovviamente ai carabinieri di entrambe le province coinvolte e l’ufficio della prefettura ferrarese.
Tutti i rappresentanti delle autorità hanno invitato i cittadini alla cooperazione. Il prefetto Raimondi ha spiegato che “non è da escludere che ordigni simili possano ancora essere occultati in zona. Il coinvolgimento dei cittadini è fondamentale: bisogna avere spirito di osservazione e segnalare immediatamente alle forze dell’ordine il ritrovamento di qualcosa che sembra diverso da un semplice pezzo di ferro. La triste evoluzione di un conflitto mondiale è anche questa: bisogna fare prevenzione”.
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