La notizia, che circolava da giorni (vai all’articolo), ora è ufficiale: la procura di Castrovillari ha riaperto l’inchiesta sulla misteriosa morte di Donato “Denis” Bergamini.

Il caso del calciatore ferrarese, nato a Boccaleone, scomparso sotto un camion a 27 anni il 18 novembre 1989 sulla statale jonica, quando militava nel Cosenza, venne immediatamente archiviato come suicidio (venne assolto nel ’92 anche il camionista dall’accusa di omicidio colposo). A quella verità ufficiale però non si è mai rassegnata la famiglia, in particolare la sorella di Denis, Donata.

Il fascicolo aperto, o meglio riaperto, dal procuratore capo Franco Giacomantonio con l’ipotesi di omicidio volontario contro ignoti, passerà ora nelle mani del gip, che dovrà accogliere o meno la richiesta di apertura delle nuove indagini.

L’ipotesi di reato è il frutto di due anni di indagini private svolte dalla famiglia e dal loro legale, l’avvocato Eugenio Gallerani del foro di Ferrara.

È lui che, appena saputa la notizia, ha chiamato i famigliari di Denis. “La sorella Donata mi ha detto che le stavano scendendo le lacrime” confida Gallerani, che si dice “pienamente soddisfatto”. E anche ottimista: “non credo che ci saranno sorprese. Nei prossimi giorni avrò un colloquio con il procuratore; sarà lui ovviamente a decidere quali indagini svolgere”.

Indagini che potrebbero partire proprio dal risentire i protagonisti di allora. “Non precorriamo i tempi, sono ipotesi che non spetta a me fare”, precisa l’avvocato, che chiude con un pensiero al ragazzo scomparso: “Denis se lo meritava”.