Il ferrarese ex Grande Fratello 2009 Marco Mazzanti e la sua compagna Lea Veggetti hanno scelto il patteggiamento e sono stati condannati per direttissima dal tribunale di Milano a sei mesi. Il giudice ha concesso ai due – incensurati – la sospensione condizionale della pena.
“Non è assolutamente un’ammissione di colpa – spiegano i due volti del piccolo schermo nel corso della trasmissione Pomeriggio 5 condotta da Barbara D’Urso -, ma unicamente il desiderio di voler porre fine al più presto a questa disavventura”.
Mazzanti e Veggetti erano stati arrestati nei giorni scorsi (vai all’articolo http://www.estense.com/?p=152943) dopo un litigio con un portiere di notte in un hotel di Milano che li ha poi accusati di insulti razzisti e la successiva resistenza opposta all’intervento della polizia. Per loro le accuse erano di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, cui si aggiungeva la denuncia l’ipotesi di ingiurie con l’aggravante razziale.
I due, in un comunicato congiunto letto in televisione, tengono a precisare che “siamo entrambi cresciuti con certi valori, lungi da idee razziste o violente di alcuna sorta, consapevoli del rispetto dovuto alle autorità e delle regole che fanno sì che le persone convivano civilmente in questo mondo. Così siamo stati educati e così intendiamo vivere”.
A differenza di quanto riportato sul web e successivamente sulla carta stampata, la coppia di stellette puntualizza che “siamo stati noi per primi a chiamare le autorità. La polizia di Milano è stata chiamata con il solo scopo di identificare (come è procedura regolare) in mancanza di un documento di identità, con la promessa di provvedere all’invio entro poche ore dal rientro a Rovigo”.
“Qualsiasi cosa abbia aggravato la situazione – prosegue la loro nota di autodifesa -, a oggi continua per noi a non avere una spiegazione plausibile: non siamo personaggi così noti dai quali trarre pubblicità. Ma soprattutto non siamo razzisti: siamo cresciuti con il senso del rispetto del prossimo di qualsiasi colore, religione, cultura. Ciò che ha fatto perdere la pazienza a nostro avviso è stato riscontrare una malafede di fondo e la mancata comprensione della situazione”.
Quanto alla ricostruzione dei fatti resa pubblica all’indomani del loro arresto, Marco Mazzanti e Lea Veggetti sostengono che “frasi a noi attribuite in certi articoli, così come gesti violenti, sono il frutto della fantasia di chi, tentando di riportare dei fatti forse di per sé fin troppo poco interessanti, ha arricchito di dettagli inesistenti, senza comprendere quanto certe alterazioni della verità possono danneggiare le persone”.
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