Se non se ne occuperanno consiglio e giunta, sarà il Tar a dire se il Regolamento Cosap del Comune di Ferrara, relativo al canone di occupazione spazi ed aree pubbliche, è legittimo o meno. Man mano che vanno avanti, o – meglio – vengono procrastinati, i ricorsi dei privati, la sezione Adiconsum di Ferrara, che assiste una ventina di cittadini attraverso l’avvocato Paolo Picci, promette di non stare a guardare.
E questo dopo l’ennesimo rinvio avvenuto ieri. L’udienza che vedeva davanti al giudice di pace sei cittadini contro i passi carrai a raso è stata rinviata a novembre (previa sospensione dell’avviso di accertamento).
“È un anno ormai che aspettiamo – lamenta il legale -, ma l’orientamento dei giudici di pace è quello o di dichiararsi incompetenti oppure di rigettare con motivazioni che francamente non riusciamo a condividere”.
“Finora ci sono stati accordi conciliativi”, afferma Picci in riferimento alla prima “tranche” di ricorrenti (sei residenti), per i quali il giudice di pace si è dichiarato incompetente e ha condannato Ica al pagamento delle spese processuali. Ai primi sei ricorsi ha fatto seguito una seconda tranche, all’indomani della quale “possiamo parlare di un grande pareggio”, prosegue l’avvocato. Per una parte di questi, infatti, un altro giudice di pace ha dichiarato la propria incompatibilità a giudicare la materia; per l’altra parte ha emesso sentenza favorevole all’azienda di riscossione, ritenendo che Ica avesse applicato diligentemente quello che prevede in materia il Regolamento comunale, considerato in questo caso fonte primaria di diritto.
Eppure, dopo i rilievi delle opposizioni (vai all’articolo) anche il consiglio comunale si era adoperato all’unanimità (leggi) per rivedere quella parte di regolamento che prevede il pagamento del Cosap (canone occupazione spazi ed area pubbliche) ai passi carrai a raso. Lo stesso Anci si era pronunciato in tal senso. Non solo. Proprio il Comune aveva interpellato circa un anno fa il proprio consulente, il tributarista Luigi Lovecchio. Lovecchio non ha avuto dubbi nel giudicare illegittima l’assoggettabilità a canone dei passi carrai a raso perché manca il presupposto per applicare un canone, ossia l’occupazione di suolo pubblico.
Eppure, appena due settimane fa, la giunta ha dichiarato in commissione la propria indisponibilità ad eliminare la tassa.
“Non ci rimane che ricorrere al Tar per impugnare il regolamento comunale”, annuncia l’avvocato Picci, che non usa mezzi termini per definire “il paradosso di una amministrazione che si ostina, nonostante il parere opposto dei suoi stessi tecnici, ad applicare una tassa illegittima. Stanno facendo cassa in modo vergognoso”.
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